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Può un paziente ricoverato presso una struttura sanitaria continuare a lavorare come se fosse seduto alla scrivania del proprio ufficio? Grazie al progetto “Telepresence Robot” è POSSIBILE.Nato nel gennaio 2014 grazie alla colaborazione tra La Clinica S.Raffaele di Sulmona, l’Università dell’Aquila, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), lo Shibaura Institute of Technology (Tokio-Giappone) e il National Rehabilitation Center for person with Disabilities (NRCD – Tokio), il progetto ha avuto lo scopo di studiare l’utilizzo, limiti e punti di forza del Telepresence, Robot che consiste sostanzialmente in una staffa dotata di ruote e sulla quale è montato un IPad. Quando è in funzione, sullo schermo compare il volto di chi lo utilizza. Attraverso la normale rete wireless è possibile far muovere il robot attraverso le stanze e regolare l’altezza dello schermo, mentre la telecamera trasmette le immagini delle cose e persone che si trovano intorno.

Il microfono e il sistema audio consentono di conversare con chiunque si incontri. Questo garantisce all’utilizzatore una totale autonomia. È possibile controlla i movimenti del robot, l’accensione e lo spegnimento senza dover chiedere ad altri di spostarsi o di muovere lo schermo come avverrebbe invece se si usasse una normale video-chat.

Il progetto si avvia verso il completamento dello studio sperimentale presso il MAECI, come ha spiegato il Prof. Pierluigi Beomonte Zobel, del Dipartimento di Ingegneria dell’Aquila e Responsabile del team di ricerca: «Nei prossimi mesi, miglioreremo il segnale di rete nel ministero, aumentando la qualità del WIFI ed eliminando le zone d’ombra. Sulla tabella di marcia è inoltre prevista la selezione di altri volontari per allargare la casistica». Un progetto in cui vengono riposte enormi aspettative quindi poiché «consente di rimanere in contatto e mantenere rapporti interpersonali a distanza, consentendo così a persone con disabilità di aumentare la propria partecipazione sociale e di portare a compimento lavori e azioni che risulterebbero difficili a causa della propria condizione di salute».

Superata la fase di sperimentazione, il robot-avatar potrà essere proposto a tutti coloro che possono trarne beneficio. Ed è difficile immaginare tutte le situazioni nelle quali potrà essere utile. Come per andare a vedere una mostra ad esempio; per chiacchierare prendendo il tè con gli amici; o per godersi lo scorcio del tramonto dalla finestra di casa preferita

Marco Malvestuto

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