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L’AQUILA – Il fenomeno del mobbing, nell’ambiente lavorativo, coinvolge impiegati della pubblica amministrazione, dalla scuola, all’Inps, alla sanità, ai Comuni, tra i 40 e 50 anni di età, in ampia maggioranza uomini, con l’ansia durante il giorno e con l’insonnia di notte: e’ la realtà che emerge da un osservatorio privilegiato quale lo sportello per mobbing sul lavoro attivato all’Aquila dalla Asl, all’ospedale San Salvatore. Il servizio, diretto dal professor Antonio Paoletti, riguardante le violenze subite al lavoro (psicologiche o di altra natura), tratta una ‘materia’ molto delicata che richiede accurate analisi e articolati trattamenti medici. Dal novembre scorso a oggi lo sportello ha raccolto il grido di aiuto di 30 persone, tutte impiegate nelle pubbliche amministrazioni: 27 uomini e 3 donne che lavorano in Abruzzo. Peraltro, il servizio anti-mobbing della Asl, a cui si possono rivolgere dipendenti del pubblico e del privato di tutte le regioni italiane, ha varcato anche i confini abruzzesi poiché pazienti da altre realtà limitrofe, come le Marche, cominciano a rivolgersi allo sportello ubicato all’Aquila. Dei 30 utenti è stato accertato, dopo la prima visita, che solo 12 avevano problematiche realmente causate da angherie specificamente dovute all’ambiente di lavoro. Gli altri 18, invece, presentavano sofferenze riconducibili a situazioni diverse e sono stati indirizzati, nel percorso di recupero, ad altri servizi della Asl. I casi di mobbing riguardano impiegati che in ufficio sono vittime della ‘cattiveria’ del capo, con alcune distinzioni da fare. “Vanno considerate situazione diverse – spiega la psicologa Enrica Strippoli, uno degli specialisti del team Asl – vale a dire le vessazioni compiute dal superiore in modo pienamente consapevole sul sottoposto, che si attuano in modo più o meno subdolo, da quelle che invece un dato funzionario esercita senza la specifica volontà di nuocere sul subordinato. Questo secondo caso attiene per lo più all’incapacità di gestire, da parte di chi dirige un ufficio, le risorse umane”. Le storie delle donne che hanno chiesto aiuto alla Asl raccontano invece scenari di conflitti e prevaricazioni tutto al ‘rosa’: donne dirigenti che perseguitano, con le modalità del mobbing, altre donne a loro gerarchicamente sottoposte. (Red)

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