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Per le genti d’Abruzzo la ritualità e la sacralità di onorare l’ospite a tavola ha radici antichissime.

Nasce così la Panarda che costituisce un’importante pagina della storia delle tradizioni dell’Abruzzo racchiudendo in se molteplici scopi che vanno da quelli devozionali-religiosi a quelli socio-economici.

Oggi è un rito gastronomico chiaramente folkloristico, ma un tempo si svolgeva per esorcizzare la fame. Il banchetto era un occasione per rifocillare i poveri e per consolidare unioni e alleanze, simbolo della tradizione contadina e del sentimento di solidarietà e condivisione, un momento di festa e contemporaneamente di riflessione sulla società.

Il rito, che durava tutta la notte, veniva avviato dal “Panardiere”, il capo del banchetto, il quale dava avvio alle danze gastronomiche; un lungo susseguirsi di portate, intervallato da danze popolari e preghiere.

Oggi la Panarda viene celebrata in diversi comuni dell’Abruzzo in occasione di varie ricorrenze, con varianti e peculiarità tipiche dei vari paesi in cui si svolge.

E’ ufficialmente riconosciuta a Lanciano, come componente della “Celebrazione del Mastrogiurato” (ultima settimana di agosto/prima settimana di settembre), a Villavallelonga in occasione delle celebrazioni in onore di S. Antonio Abate (notte tra il 16 e 17 gennaio) e a Sulmona, organizzata dal Sestiere di Porta Manaresca, nell’ambito degli eventi legati alla Giostra Cavalleresca, quest’anno con un edizione particolare (24 giugno 2017 ore 20.30).

L’evento è infatti inserito nel calendario delle celebrazioni per il Bimillenario di Ovidio. Durante la lunga nottata, tra una portata e un’altra sono previsti intrattenimenti a tema ovidiano e quattrocentesco che coinvolgeranno il pubblico in un vero e proprio viaggio nel tempo, alla scoperta di suoni, profumi, atmosfere e sapori d’altri tempi.

 

Marcella Mastrogiuseppe

 

 

 

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