PRATOLA PELIGNA – “Dalla sentenza emerge un quadro accusatorio decisamente ridimensionato”. Questa la reazione dei componenti della Di Nino Trasporti alla sentenza pronunciata ieri sera dal giudice Giovanna Bilò che ha chiuso il giorno più lungo per la famiglia Di Nino. Fra novanta giorni arriveranno le motivazioni della sentenza dopodiché si ricorrerà in appello. “Stefano Di Nino e tre responsabili dell’ufficio logistica dell’azienda sono stati completamente scagionati da tutti gli episodi di estorsione ai danni dei dipendenti che erano stati loro contestati, mentre”- fanno notare dall’azienda- “con contraddizione evidente rispetto ad un quadro accusatorio unitario, il solo Piero Di Nino, assolto da otto episodi di estorsione, è’ stato ritenuto responsabile, sia pure con concessione di attenuanti generiche, di due residui episodi. Assoluzione piena per tutti gli imputati anche rispetto all’infamante accusa di aver influenzato la libertà di voto dei dipendenti. Assoluzione altresì per il reato di falso e non luogo a procedere per il delitto di truffa. Restano invece a carico di entrambi gli imprenditori episodi minori relativi alla violazione delle norme sulla circolazione dei veicoli”. Per la Di Nino Trasporti “si tratta quindi certamente di una sentenza che non rende giustizia piena, ma che sgombra il terreno dalle accuse più gravi. Aspettiamo le motivazioni e con serenità proporremo appello, confidando di poter dimostrare nel secondo grado di giudizio, l’insussistenza anche di questo residui episodi, certi che una sentenza di assoluzione piena sia il giusto epilogo di questa annosa vicenda. Nel frattempo, continueremo a lavorare per la nostra azienda perché anche in questi anni così duri non abbiamo mai perso la fiducia e smarrito l’equilibrio e non ci fermeremo certamente neanche questa volta”.
Andrea D’Aurelio
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