“E’ stata una bella avventura affrontata da solo. Sono stati 4200 km di tanta gioia ma anche di tanta sofferenza perché le problematiche non sono mancate”. Così il pratolano Ciro Pace commenta la sua impresa in bici fino a San Pietroburgo compiuta grazie al sostegno della Pavind di Sulmona, la ditta dove lavora, e sotto il marchio della società ciclistica “Pavind Bike Team”. Partito il 24 luglio da Pratola Peligna è arrivato nella città della Russia il 29 agosto. “Trentasette giorni in totale – commenta – ma ventinove di pedalata perché alcune volte mi sono fermato a visitare le capitali o a causa delle condizioni climatiche come a Venezia quando sono stato bloccato dalla Protezione Civile per una tromba d’aria”. Proprio in considerazione delle tante insidie legate alle condizioni meteo, Ciro Pace aveva tenuto segreta la sua destinazione per paura di non farcela. Armato di una grande forza di volontà si è messo in sella alla sua bici preparata a dovere. “Quando si parte per questi viaggi – prosegue – bisogna calcolare al grammo quello che viene portato dietro perché un grammo in più in salita può fare la differenza. I miei accessori variavano dai 45 ai 55 chili più i 27 della bicicletta. Ho dovuto portare oltre al vestiario ed agli impermeabili anche medicinali e viveri visto che ho attraversato villaggi sperduti dove, nell’arco di 450 km, non si incontravano più di quattro persone”. Sono tanti gli attestati di stima ricevuti da Ciro Pace. Il primo a congratularsi con lui è stato il Console Generale per l’Italia a San Pietroburgo Alessandro Monti. “Come ha saputo che mi trovavo a San Pietroburgo – racconta – non ha esitato ad invitarmi. E’ stata una bella esperienza perché oltre al Console ho incontrato tantissime persone che porterò sempre nel cuore”.
Ciro hai già i prossimi appuntamenti in calendario?
“Sì, ne dovrò fare altri due ma per scaramanzia non dico dove. Man mano che il tempo passa sto aumentando il numero dei chilometri. La mia ultima meta sarà il coronamento di tutti i viaggi che ho fatto nel corso degli anni, da Finisterre all’ultimo a San Pietroburgo. Ne farò altri due, il prossimo ancora più lungo e poi il gran finale”.
Domenico Verlingieri
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