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Sulmona – “E’ inaccettabile che la Snam, con il sostegno del Governo, continui a voler imporre il grande gasdotto ‘Rete Adriatica’ il cui tracciato si snoda proprio lungo le depressioni tettoniche dell’Appennino centrale, lungo le aree di maggiore criticità  sismica”. Lo affermano, in un comunicato, i Comitati dei cittadini per l’ambiente, il Gruppo di intervento Giuridico Onlus di Cagliari e il comitato interregionale “No Tubo”, Umbria e Marche, dopo il terremoto che ha interessato la dorsale appenninica e l’Italia Centrale. “Anche il sito scelto per l’ubicazione della centrale di compressione, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado, a 2 km, in linea d’aria dalle faglie sismogenetiche del Monte Morrone silenti da oltre 1900 anni”, incalzano gli ambientalisti. “Va ricordato che parliamo di una grande opera di interesse privato, ma con finanziamento pubblico e senza finalità  di bene comune. Il suo scopo, infatti, è la rivendita del gas agli altri Paesi europei”. “La Snam metta da parte un progetto di per sé pericoloso e che espone le popolazioni locali a ulteriori gravissimi rischi – concludono i comitati – Il Governo Renzi dia finalmente attuazione a quanto deciso dal Parlamento con la risoluzione votata all’unanimità  il 26 ottobre 2011 dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, con cui si impegna il Governo a individuare un’alternativa di tracciato, proprio a causa dell’elevata sismicità, al di fuori della dorsale appenninica, e rispetti la volontà  delle Istituzioni che rappresentano i cittadini”. (Red)

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