
Focus sulle patate da seme e sulle varietà autoctone
Si celebra domani, 30 maggio, la Giornata Internazionale della Patata, istituita dalle Nazioni Unite e affidata alla FAO per sottolineare il valore globale di questo alimento fondamentale. Il tema scelto per l’edizione 2025 è:
“Plasmare la storia, nutrire il futuro”, un invito a riconoscere il ruolo storico, culturale e alimentare della patata, che oggi conta oltre 5.000 varietà nel mondo. L’Associazione Nazionale Città della Patata, guidata dal presidente Palmerino Fagnilli, aderisce all’iniziativa internazionale, ponendo però un accento critico su un tema strategico: il controllo delle patate da seme da parte delle multinazionali. In collaborazione con il prof. Paolo Ranalli dell’Università di Modena e Reggio Emilia e con il dott. Bruno Parisi del CREA, l’associazione avvierà una riflessione profonda su questioni centrali come:
- La privatizzazione delle risorse genetiche
- La dipendenza degli agricoltori dalle multinazionali
- La perdita di biodiversità e l’impatto ambientale
- Le implicazioni etiche
- Le opportunità economiche per le aree montane marginali
Oggi la quasi totalità delle patate da seme è gestita da pochi grandi gruppi industriali che ne controllano varietà, prezzi, tempi di distribuzione e modalità di riproduzione. Questo scenario mette in difficoltà i piccoli produttori locali, costretti a dipendere da forniture esterne e a rinunciare a forme di autonomia agricola. La produzione diretta di patate da seme – sottolinea l’Associazione – potrebbe rappresentare una nuova economia per i territori montani, consentendo di valorizzare le specie autoctone, preservare la biodiversità e creare reddito sostenibile.
Con il sostegno del Ministero dell’Agricoltura e dei Comuni aderenti, l’Associazione intende promuovere impianti locali per la produzione di patate da seme, un passo concreto verso la sovranità agricola e la tutela delle specificità territoriali.
Curiosità: lo sapevi che la varietà di patata più costosa al mondo è la Bonnotte, coltivata sull’isola francese di Noirmoutier? Il suo prezzo può superare i 500 euro al chilo!