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Questa mattina, dietro mia richiesta, si è riunita la Commissione di vigilanza per affrontare il tema della legittimità dei decreti presidenziali con cui sono stati nominati i nuovi presidenti delle Commissioni Alloggi Ater di Teramo, Lanciano, Avezzano, Sulmona, Pescara, Chieti. Lo scorso 14 aprile, infatti, il Presidente della Giunta Regionale Marsilio ha emanato ben 6 decreti finalizzati alla sostituzione di altrettanti presidenti delle Commissioni Alloggi Ater, in carica dal 2016 o dal 2017, pur in presenza di una norma, l’Art. 15 comma 5 della L.R. n. 38 del 24.11.2016, che prorogava i suddetti fino all’avvenuta riforma della legge delle Ater. Tuttavia, quest’oggi, Il Presidente Marsilio è risultato, come al solito, non pervenuto. Non solo, non ha fatto pervenire alcuna giustificazione alla sua assenza e le argomentazioni del Dirigente del Servizio non sono non sono servite a fugare tutti i dubbi che avevo sollevato. In sede di Commissione, sono intervenuti quindi solo gli uffici regionali, che prima hanno candidamente dichiarato di non essere a conoscenza della normativa che fissava la proroga e poi hanno cercato di interpretarla, spiegando come qualche piccola variazione puntuale della L.R. 96/1996 avvenuta in questi anni potesse ritenersi al pari di una riforma, consentendo quindi la sostituzione dei Presidenti. Al di là della difficoltà di paragonare piccole modifiche a una riforma, tale convinzione avrebbe permesso di rinominare da tempo i Presidenti. Non si capisce quindi, in virtù di questa lettura, perché si sia atteso il 2023 per procedere, anziché farlo nel 2020.

Ciò che resta a seguito della Commissione è la defenestrazione di ex giudici e professionisti che con dedizione hanno svolto il ruolo di Presidenti delle Commissioni, in mancanza del presupposto di legge che li autorizzasse a farlo. Sarà ora il Tar, qualora adito (visto che è già pervenuta una diffida), a verificare la correttezza e la legittimità del percorso ma va rimarcata l’arroganza con cui si è proceduto senza alcuna comunicazione ai diretti interessati e senza alcun rispetto verso la Commissione di Vigilanza che chiedeva chiarimenti.

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