
Le osservazioni del WWF Abruzzo: preoccupazione per pre-aperture, periodi di caccia estesi e impatto sulla fauna selvatica
La prima bozza del Calendario venatorio 2025/2026 è stata presentata in fase di consulta, suscitando le osservazioni del WWF Abruzzo, che ha inviato i propri rilievi sia agli Uffici regionali sia all’ISPRA.
“Riconosciamo alla Regione Abruzzo alcuni miglioramenti negli ultimi anni – commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – tuttavia, persistono forti criticità sulle pre-aperture, l’allungamento dei periodi di caccia, il prelievo di alcune specie e l’impatto sulle terre dell’orso”.
Tra le principali preoccupazioni, il WWF Abruzzo evidenzia la decisione di anticipare la caccia al cinghiale al 1° ottobre nelle aree con presenza dell’orso marsicano, riproponendo una misura già adottata l’anno scorso. In passato, l’apertura avveniva a novembre, lasciando più tempo all’orso per accumulare riserve energetiche in vista del letargo. Il WWF sottolinea che questa scelta vanifica il percorso di sensibilizzazione fatto con il mondo venatorio e rischia di arrecare disturbo a una specie già vulnerabile.
Inoltre, l’Associazione denuncia la mancata applicazione delle disposizioni della Delibera di Giunta n. 480 del 5 luglio 2018, che definisce la perimetrazione dell’Area Contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Secondo la normativa vigente (L. 394/91), la caccia in tale area dovrebbe essere regolata con specifiche limitazioni, come l’autorizzazione ai soli residenti, in linea con il versante laziale del Parco.
Il WWF Abruzzo critica la scelta di mantenere preaperture a settembre, contrariamente a quanto avveniva in passato quando l’apertura generale era fissata per il 1° ottobre. La bozza del calendario prevede giornate di preapertura per gazza, cornacchia, ghiandaia e colombaccio, e l’apertura generale per quaglia, fagiano, cornacchia, gazza e ghiandaia.
Rispetto allo scorso anno, la Regione Abruzzo intende incrementare le specie e le giornate di caccia a settembre, una decisione che potrebbe compromettere le popolazioni faunistiche. Il WWF richiede di posticipare l’apertura generale al 1° ottobre per tutte le specie cacciabili, riducendo così l’impatto sulla fauna selvatica, ancora impegnata nella cura della prole. Inoltre, una calendarizzazione più tardiva consentirebbe un miglior controllo venatorio, arginando fenomeni di bracconaggio, particolarmente diffusi a settembre.
L’Associazione chiede l’esclusione dalla caccia di coturnice, starna e allodola, specie che, secondo gli studi attuali, non dispongono di popolazioni in grado di sostenere il prelievo venatorio.
Per quanto riguarda la chiusura della stagione venatoria, il WWF propone di anticiparla al 31 dicembre per tutte le specie di uccelli, garantendo così una maggiore protezione. In particolare:
- la beccaccia continua a essere cacciabile fino al 19 gennaio (10 gennaio nelle Aree Natura 2000), nonostante l’Ordinanza del Consiglio di Stato n. 8713/2016 suggerisca di fissare il termine al 31 dicembre
- il fagiano risulta cacciabile fino a dicembre, mentre l’ISPRA indica il 30 novembre come data limite.
Il WWF segnala che la bozza del Calendario venatorio non menziona il divieto di caccia nelle aree incendiate, un aspetto regolamentato dalla normativa vigente, che prevede un divieto di 10 anni nelle zone boscate percorse dal fuoco. L’Associazione ha già sollecitato nel 2023 tutte le Regioni affinché inseriscano questa disposizione nei calendari venatori. “In conclusione – afferma Claudio Allegrino, responsabile Guardie WWF Abruzzo – il calendario venatorio presenta ancora evidenti criticità, che da anni segnaliamo. Ci auguriamo che l’ISPRA accolga le nostre osservazioni e che gli enti territoriali competenti si esprimano sui punti più critici, così da ridurre gli impatti negativi della caccia sulla fauna selvatica.”