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La compagnia Fantacadabra e il Teatro Stabile d’Abruzzo presenteranno domenica 29 Gennaio al Castello Orsini di Avezzano alle ore 17  lo spettacolo teatrale “Etty Hillesum elogio dell’Amore” in occasione della “Giornata della Memoria” per commemorare le vittime della Shoah. “Etty Hillesum” elogio dell’Amore con Laura Tiberi e Santo Cicco; immagini video Stefano Mont regia Mario Fracassi.

Etty Hillesum era una giovane donna ebrea olandese, che voleva fare la scrittrice, ma che troppo presto ha dovuto condividere la sorte di altri milioni di ebrei: la sua entusiastica vita è stata annientata nel campo di Auschwitz.

Etty Hillesum, giovane ebrea, intensa e passionale, I temi religiosi la attirano, e talvolta ne parla. Poi la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi nel suo destino. Prima deportata nel campo di smistamento di Westerbork, poi trasferita ad Auschwitz dove trova la fine chiedendo di essere «un balsamo per molte ferite», raccontando di se nel vasto regno della Shoah, diviene fonte per molte domande e riflessioni su un mondo in cui infinite persecuzioni e violenze ci impongono la necessità di fare memoria. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato la sua capacità di essere un cuore pensante.

Se la tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento fisico e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale». La disposizione che ha Etty ad amare è invincibile. Non pensa un solo momento, anche se ne avrebbe l’occasione, a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il «destino di massa» della morte amministrata dalle autorità tedesche.

Sul diario aveva annotato: «“Temprato”: distinguerlo da “indurito”». E proprio la sua vita sta a mostrare quella differenza.

Uno spettacolo che non è una rievocazione, ma una proposta per capire che cosa può dirci oggi un’esistenza come quella di Etty Hillesum, cosa può dirci la sua disarmante presenza agli eventi del proprio tempo, la sua ricerca interiore, il suo desiderio di raccontare, i suoi interrogativi sulla differenza tra donne e uomini, la sua idea di Dio e dell’Amore, il suo altruismo radicale, la sua incontenibile ironia, il suo impetuoso spirito.

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