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Dal 1 luglio sarà possibile richiedere altre quattro mensilità del reddito di emergenza. Può farlo chi possiede i requisiti previsti dal decreto sostegni bis ovvero: 1) Residenza in Italia al momento della domanda 2) Un valore ISEE sotto i 15.000 euro 3) Un patrimonio mobiliare sotto un valore di 10.000 euro, che in alcuni casi può arrivare fino a 25.000 euro 4) Un reddito per cassa nel mese di aprile 2021 inferiore al beneficio atteso dal Reddito di emergenza. Il reddito di emergenza è incompatibile con il reddito di cittadinanza, con le pensioni sia dirette che indirette ad eccezione dei trattamenti pensionistici di invalidità e con gli altri bonus previsti dal decreto. C’è tempo fino al 31 luglio per inoltrare la domanda ed i nostri uffici sono a disposizione degli utenti per compilare la domanda. Siamo a L’Aquila, Avezzano, Carsoli, Pescina, Sulmona, Castel di Sangro e Pratola Peligna. La consulenza e la compilazione della pratica viene offerta gratuitamente e c’è la possibilità di fruire di un servizio di mediazione linguistica. Chi ha già fruito di questo strumento di sostegno al reddito deve comunque inoltrare una nuova domanda, non c’è nessuna forma di automatismo. “Ci aspettiamo di poter incontrare molti giovani e meno giovani, di tutti i paesi del mondo, che in questo periodo hanno fatto fatica a trovare un posto di lavoro o sono rimasti disoccupati per via della crisi, che la pandemia ha determinato. In questi mesi abbiamo conosciuto tante persone, con i loro bisogni e tante di vita da raccontare e così abbiamo aperto le nostre strutture a forme sperimentali di espressione politica. Alcuni lavoratori hanno stipendi tanto bassi da vivere una condizione di povertà relativa, che non consente loro di soddisfare i bisogni primari della propria famiglia e sfiorano la povertà assoluta mentre altri già hanno superato la linea e vivono un profondo disagio materiale, che va sostenuto con strumenti di acquisizione o di integrazione del reddito. Da questo punto di vista il Redditi di Emergenza ha rappresentato un valido strumento per alleviare la condizione di sofferenza di tanti lavoratori e disoccupati, che abbiamo potuto raggiungere e che ora possono ottenere altre quattro mensilità erogate dall’INPS. Siamo convinti infatti che tutela individuale e tutela collettiva debbano fondersi nella prospettiva di rifondare l’azione sindacale e di rappresentanza sociale. I tempi stanno cambiando, ma l’ingiustizia economica sta crescendo ed è per questo motivo che c’è bisogno di stare dalla parte di chi soffre e cercare di parlare del tema della povertà crescente e non solo dei successi imprenditoriali di chi questo sistema lo determina, con lo sfruttamento e la marginalizzazione di intere fasce della popolazione abbandonata al proprio destino e senza futuro. In queste settimane siamo impegnati come CGIL nella “Carovana dei diritti”, una forma di resistenza e di rilancio dell’iniziativa politica sul territorio, pienamente convinti che è arrivato il momento di animare il sindacato aldilà delle espressioni più istituzionali, per dare un nuovo significato all’opposizione sociale ed economica.” 

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