banner
banner

A volte il destino è davvero strano! Ricorderete sicuramente la tragedia dell’altalena, quella che travolse Alessia, la bambina di 12 anni mentre giocava all’Oratorio di San Pelino. Il primo a soccorrerla fu Amleto Magnante, l’infermiere.

“Ho fatto di tutto per salvarla, ho fatto di tutto, lo giuro. Non mi darò mai pace, non riesco ancora a capire come sia potuto succedere. Sono cose a cui non ci si abitua mai. Non mi abituerò mai”, continuava a ripetere sotto choc Amleto era fuori servizio, era seduto su una panchina li vicina. Dopo le urla è scappato a soccorrerla cercando in tutti i modi di rianimare la piccola Alessia

Era sconvolto; aveva la maglia sporca di sangue e lo sguardo perso nel vuoto. E mentre piangeva ripeteva: “Io lavoro in ospedale, vedo gente che sta male tutti i giorni, anche che sta per morire. Ma a queste cose non ci abitua mai. Sentivo gridare ‘Alessia, Alessia’. Sono scattato e sono corso da lei. Si vedeva che non ci sarebbe comunque stato niente da fare. Era vestita di nero, in un attimo è come se fosse diventata tutta di quel colore. Ho fatto di tutto, ho fatto di tutto… Lo giuro”. Era chiamato il gigante buono per la sua mole fisica. Ieri Amleto ha deciso di porre fina alla sua ancor giovane vita lasciando nello sgomento e nel dolore la moglie e i due figli. Avrebbe assunto un mix di farmaci prima di coricarsi, un gesto volontario. Pare che stesse passando un momento difficile. Qualche problema in famiglia lo aveva portato a mesi un po’ turbolenti. Un’altra anima fragile che non ce l’ha fatta. E quel disperato soccorso di quel pomeriggio lo dimostrò a tutti. Ora soccorritore e soccorsa si rincontreranno.

Lascia un commento