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SULMONA – 50mila aziende del settore agricolo sono state escluse dai “fondi nazionali stanziati per prevenire l’abbandono delle terre e per compensare svantaggi: fondi previsti per chi coltiva e alleva in area marginale e di montagna”. A denunciarlo è Nunzio Marcelli, Presidente Arpo, sul piede di guerra assieme agli allevatori ovicaprini d’Abruzzo. Aziende con tutti i requisiti in regola, “proprio come le 18mila aziende (per lo più del Nord) che i fondi li hanno presi” denuncia l’Arpo accusando l’Agea di quanto accaduto applicando le norme europee con una “dubbia” interpretazione. “In altre Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna…) che non utilizzano Agea (e forse un motivo ci sarà, viene da dire)- spiega l’Arpo- le regole sono le stesse, ma la loro applicazione è stata diversa. In queste Regioni, tutte le aziende con gli stessi requisiti hanno avuto i fondi: una soluzione di buon senso, ma un buon senso che evidentemente non sta di casa ad Agea”. Poi Marcelli rincara la dose: “basta con le parole, con le passerelle, con il folclore e i proclami, con gli arrosticini che belano in lingue d’oltreconfine, con gli allevatori di contributi che affittano pascoli solo per avere fondi europei, basta approfittare dell’immagine sana e pulita di queste terre e di questi pastori per farne un bollino pubblicitario che nasconde i peggiori traffici ed interessi. Venite allo scoperto. Che si sappia chi difende ogni giorno il territorio e chi ne fa solo mercato e saccheggio”.

Andrea D’Aurelio

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