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SULMONA. Alle 12,10 di quel 30 maggio, sul cielo della conca sulmonese, gli aerei avevano puntato dritto, sul centro città, nell’intento di centrare il ristorante Italia per eliminare uno degli uomini più vicini a Hitler. Bombe, “spezzoni” impazziti di ordigni e proiettili di mitragliatrice avevano colpito in gran numero quanti si trovano in corso Ovidio, a palazzo Pretorio, in piazza XX settembre, a piazza del Carmine e, soprattutto, tra le bancarelle di piazza Garibaldi. Il bilancio della carneficina è stato di 52 civili morti e centinaia di feriti. Oggi, 80 anni dopo, Sulmona ricorda l’eccidio. Quella mattina, in piazza, c’era anche un giovanissimo di 15anni, nipote di uno dei 52 finiti nell’elenco nero. Da piazza Del Carmine si era nascosto all’interno di un locale per ripararsi dalle bombe. Un’ora di terrore, chiuso in un negozio, sperando che quell’incubo finisse. L’orologio segna le 13 quando il giovane esce e con il padre si mette alla ricerca dello zio rimasto ferito che, dopo due giorni, muore. “E’ una scena che porto con me e non dimentico. Quell’ora è stata una delle più brutte della mia vita”- racconta il 90enne nel giorno del ricordo. Quei terribili momenti oggi saranno ricordati con una cerimonia, a Largo Faraglia, davanti alla lapide che ricorda la tragedia. Il sindaco, Gianfranco Di Piero e il Presidente del Consiglio Comunale, Cristiano Gerosolimo, renderanno omaggio alle vittime. Alla cerimonia, che sarà preceduta da 52 rintocchi di campane per ricordare i sulmonesi che persero la vita in quella circostanza, parteciperanno gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Mazzini-Capograssi”, a conclusione dell’evento “sulle tracce della memoria: orienteering nei luoghi della Seconda Guerra Mondiale”.

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