SULMONA – L’Inps nega l’indennità di accompagnamento e il Tribunale le dà ragione. Si conclude favorevolmente la battaglia per il riconoscimento dell’indennità d’accompagnamento a favore di una 82 enne residente in Valle Peligna, affetta da sindrome ipocinetica da parkinsonismo, accudita dal marito affetto da carcinoma. L’anziana aveva adito le vie legali dopo che la commissione dell’Inps, nonostante il suo quadro clinico, le aveva negato il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, circa 500 euro mensili. Il verbale è stato quindi impugnato davanti al Tribunale e il perito, incaricato dal giudice della previdenza, ha certificato lo stato di salute dell’anziana, meritevole di quanto riconosciuto. Il Tribunale ha quindi emesso il decreto di omologa in favore della ricorrente, assistita dall’avvocato, Catia Puglielli. Una di quelle storie fatte di amore coniugale e soprattutto di sostegno, una storia di umanità e di grande dignità, che deve pure far riflettere sulla prossimità della sanità alle esigenze dei più deboli. Che un anziano debba arrivare a tanto non è il massimo. Peccato che alcuni temi nemmeno si sfiorano nella campagna elettorale in atto. L’accessibilità alla sanità, da parte degli utenti più deboli, risulta in taluni casi particolarmente complessa come ha denunciato alcuni giorni fa una donna che non aveva le possibilità di raggiungere l’ospedale per i trattamenti. Uno spaccato della quotidianità da sviscerare e conoscere al di là delle etichette che non garantiscono sempre i servizi. (a.d’.a.)