
Attende sei ore per una visita oncologica nell’ospedale di Sulmona. È quanto è accaduto l’altro giorno ad un’anziana di 90 anni che si è recata nel presidio ospedaliero per sottoporsi all’esame di controllo ma, vista la mole di lavoro, ha dovuto attendere sei ore prima di essere visitata e presa in carico dai medici. La nonnina, che è stata paziente nella sostanza e nella forma, ha segnalato il caso al Tribunale per i diritti del Malato, il quale si è attivato con la Asl per chiedere il potenziamento della pianta organica di un reparto che, negli anni, ha sempre operato in affanno, tenendo conto del vasto bacino d’utenza. Vista la patologia di pazienti, già provati da una condizione di salute fragile e precaria, l’incremento dell’organico diventa fondamentale per abbattere i tempi di attesa. Attesi si registrano anche sul territorio. Per una colonscopia bisogna attendere fino al 2027 mentre per un’ecografia fino al 2026. Prestazioni non urgenti s’intende, per le quali la Asl ha attivato il servizio recall con il Cup. In caso di disdette, gli operatori provvedono a contattare l’utenza per scalare la prenotazione. Intanto il Tdm, con la sua coordinatrice Catia Puglielli, avvia la campagna di rimborsi. Viste le liste d’attesa sempre più lunghe, gli utenti costretti a ricorrere alle cure dei privati possono chiedere il rimborso della prestazione sanitaria, purché sia tracciabile la prenotazione con il sistema Cup. Il Tdm mette a disposizione la propria modulistica per presentare istanza









