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L’AQUILA – A l’Aquila iniziano a lavorare i cantieri per la ricostruzione a seguito del sisma del 2009. Intanto è partita l’operazione dei test per verificare l’eventuale positività al Covid-19 agli operai delle imprese impegnate nella ricostruzione dell’Aquila promosso per gli associati con un protocollo ad hoc dall’Ance della provincia dell’Aquila. Comunque regna ancora un clima di incertezza normativa sulla obbligatorietà o meno di tamponi alle maestranze. Sono stati effettuati i primi 100 prelievi nel centro allestito con tensostrutture nell’ex presidio sanitario di Collemaggio. Partono dunque i primi cantieri edili Covid free all’Aquila, caso unico in Italia. Lo slittamento della ripresa dei lavori, dopo oltre due mesi, in quello che viene definito il cantiere più grande d’Europa, con oltre 7mila addetti e oltre 500 siti, si è avviato tra le polemiche lo scorso 4 maggio in concomitanza con la fase 2 dell’emergenza coronavirus.
L’attività proseguirà nei prossimi giorni per tutte le imprese che volontariamente ritengono di dover sottoporre a screening le proprie maestranze. La capacità del centro prelievi ANCE è di 500 test al giorno. 
Tamponi e test sierologici vengono processati dall’Istituto Zooprofilattico per l’Abruzzo e il Molise che dà i responsi ai medici del lavoro in 36 ore. In una nota, i costruttori aquilani parlano di volontarietà, ma lo screening preventivo è obbligatorio in un’ordinanza del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, emessa il 2 maggio scorso per evitare che in un territorio tra i meno colpiti d’Italia, potesse, con l’arrivo di migliaia di maestranze fuori dall’Abruzzo, verificarsi un picco di contagi.
Dunque i cantieri a l’Aquila ripartono ma appare la necessità di un maggior coordinamento fra le disposizioni emanate dal Governo, quelle delle regioni e quelle dei comuni.
Gaetano Trigilio

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