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SULMONA – Prove di coesione territoriale sulle frequenze di Radio Iperbole. Si è chiusa ieri la settimana del senso civico che il Polo “Fermi” ha vissuto con un’appassionata maratona pomeridiana, toccando svariati temi, con il contributo di valide figure professionali. Il gran finale ha visto la presenza in “redazione” dei sindaci di Sulmona e Pratola Peligna, rispettivamente Gianfranco Di Piero e Antonella Di Nino. La visione comune dei territori, anzi del territorio, ha animato l’interessante dibattito. “Questo territorio si unisce ogni qual volta bisogna difendere. E da anni stiamo giocando in difesa. Molto spesso perdiamo di vista alcune strategie di condivisione di progetti territoriali”- interviene Antonella Di Nino spiegando che invertite la rotta è possibile, venuto meno quel clima di prevaricazione che ha contraddistinto gli ultimi anni e ha spinto gli amministratori a “chiudersi”, a tutto vantaggio delle singole comunità. Sorride la Di Nino quando si parla dell’asse della centralità territoriale che sembra essersi spostato proprio nella “sua” cittadina peligna. “Non nego che siamo stati presi come esempio e modello di buona amministrazione. Ma Sulmona deve tornare a recitare il ruolo che le compete”- continua la Di Nino. Per Gianfranco Di Piero il ruolo di città capofila non deve passare per autoproclamazione. “Bisogna ragionare non in termini di primarietà ma di collaborazione soprattutto alla luce delle politiche comuni al livello comprensoriale”- aggiunge il primo cittadino sulmonese. Che in questo momento ci sia bisogno di contaminazione ne è convinto il Dirigente scolastico, Massimo Di Paolo, secondo il quale il concetto di territorio deve essere un concetto reale. “Le figure amministrative e quelle intellettuali devono lavorare su progetti di grande respiro. Anche il Pnrr impone grandi alleanze”- ricorda Di Paolo tornando sulla vicenda del DE Nino-Morandi, l’istituto tecnico “diviso” tra Sulmona e Pratola. “Se le istituzioni devono interloquire va fatto in maniera formale e non tramite convocazione. Siamo a disposizione per uno spazio di riflessione”- conclude il preside. (a.d’.a.)

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