SULMONA – In ospedale ci si può contagiare ma, nel silenzio e nel lavoro dietro le quinte, si possono salvare anche delle vite umane. Ne sa qualcosa il 23 enne pescarese, Simone Padula, che le scorse settimane era stato ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Sulmona. E lì che si è avviato il suo percorso di guarigione dal Covid-19. Il giovane è stato estubato e trasferito all’ospedale di Pescara dopo le cure somministrate dai sanitari, che hanno sortito l’effetto sperato. Ora Simone è tornato a casa e man mano sta riprendendo la vita normale, con tutte le cautele del caso, recuperando la forza e l’energia di un giovane di 23 anni che ha tanti sogni nel cassetto da realizzare. Il parrucchiere ventitreenne di Città Sant’Angelo si era ammalato lo scorso 22 marzo. Dopo diversi giorni trascorsi con febbre e tosse che faticavano ad andare via, accusò una crisi respiratoria che lo portarono a rivolgersi al 118. “Nom pensavo mai che il virus mi potesse colpire e l’effetto è stato multo duro però ne sono uscito bene. E’ stata una bruttissima esperienza che fortunatamente è passataâ€- racconta Simone ripercorrendo anche i momenti più difficili: “non riuscivo più a respirare e mi sono spaventato tanto. Ho chiamato il 118 e sono arrivato in ospedale. Un altro momento difficile è stato quando la dottoressa mi ha detto che doveva addormentarmi per intubarmi. Mi sono spaventato moltoâ€. Il giovane ha ringraziato i medici del reparto di rianimazione dell’ospedale di Sulmona per il trattamento riservatogli con precisione ed estrema professionalità . “Ritrovarmi in una stanza da sola non è stata un’esperienza bella ma ci sono tanti medici bravi ed esperti che mi hanno tenuto sotto controllo e mi hanno estubato. Non mi hanno fatto mancare mai nulla. Volevo ringraziare il primario Vincenzo Pace che ha tenuto aggiornata la mia famiglia su quello che avevo passato e su come si sta evolvendo man mano la situazioneâ€. E’ una storia a lieto fine quella di Simone che dimostra che la sanità , quella buona, esiste anche e soprattutto al tempo dell’emergenza.
Andrea D’Aurelio
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