
E’ stata affidata al padre naturale la ragazzina di 12 anni abusata dal patrigno orco. Lo ha deciso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila stabilendo che la minore, dopo un lungo periodo di recupero in una struttura protetta e il momentaneo rientro nell’abitazione paterna, resterà con il padre biologico. I giudici, con la sentenza, hanno deciso per l’affidamento, prendendo atto della decadenza della potestà genitoriale della madre, decisa dal collegio del Tribunale di Pescara che, lo scorso febbraio, aveva condannato alla pena di 17 anni e 7 mesi di reclusione il compagno della madre e nove anni di reclusione alla donna. Entrambi sono accusati di violenza sessuale in concorso e l’uomo si trova ancora dietro le sbarre. La storia è drammatica e al tempo stesso delicata. I fatti sono avvenuti in un paese del Centro Abruzzo. Il patrigno orco, siciliano di 45 anni, era stato incastrato grazie alle telecamere e alle cimici piazzate in casa dai carabinieri, che erano intervenuti in tempo reale, arrestandolo in flagranza di reato nel 2023. La minore, che all’epoca aveva appena dieci anni, aveva parlato delle attenzioni morbose dell’uomo ad un’amichetta e quest’ultima aveva riferito tutto al padre naturale della bambina, che aveva denunciato l’accaduto. Sono così scattate le indagini, da cui è emerso che le attenzioni dell’uomo, un pluripregiudicato, nei confronti della ragazzina erano andate avanti per circa un anno: dall’estate 2022 a quella del 2023. Così i carabinieri, dopo aver installato le telecamere in casa, avevano assistito alla violenza in diretta, intervenendo prontamente. Il 45enne aveva reagito ai militari, oltraggiandoli. Rinchiuso in carcere, a febbraio è arrivata la sentenza di primo grado e nei giorni scorsi la decisione del Tribunale per i minorenni che conferma l’affidamento della piccola al padre naturale