
Salgono a tre gli indagati per la violenza sessuale e il revenge porn ai danni di una dodicenne. Il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila ha fissato per domani un interrogatorio protetto, per ascoltare cioè la ricostruzione della vittima che sarà sentita in audizione alla presenza di esperti. All’elenco degli indagati si è aggiunto anche un minore, accusato di aver prodotto materiale pornografico, realizzando cioè il video, che immortala la vittima durante un rapporto sessuale forzato, e che è finito poi sul gruppo di whatsapp degli amici. Il ragazzo di 17 anni compare sul registro degli indagati della Procura del Tribunale per i Minorenni assieme al 14enne e al 18enne, indagato anche dalla Procura della Repubblica di Sulmona. I magistrati hanno inoltre fissato gli accertamenti irreperibili sui telefoni cellulari, pc, tablet e dispositivi informatici sequestrati ai tre indagati, difesi dagli avvocati Alessandro Margiotta, Alessandro Scelli e Raffaella D’Amario del foro di Lanciano. Giovedì si procederà con l’incarico al perito, Vincenzo Corso, da parte della Procura della Repubblica di Sulmona mentre venerdì lo stesso perito riceverà l’incarico dal Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Almeno sessanta giorni per esaminare nel dettaglio conversazione e file video al fine di ricostruire la rete di contatti che hanno visionato e inoltrato i filmati della ragazzina, incappando così nel reato del revenge porn che punisce così i responsabili con una pena da un anno a sei anni di reclusione. Il 14enne e il 18enne sono accusati di violenza sessuale in concorso e revenge porn mentre il 17enne solo di revenge porn. La storia orribile comincia nel luglio 2023 quando la vittima, nei pressi dei giardini del parcheggio di Santa Chiara, sarebbe stata abusata da due conoscenti e poi ripresa dal 17enne. Da lì sarebbe scattato il ricatto durato due anni. “Se parli facciamo vedere a tutti di cosa sei stata capace”. Un incubo finito a luglio 2025 quando, dopo essersi accorta che il filmato era finito sul telefonini degli amici, la ragazzina ha chiamato il 114, il numero di emergenza riservato dagli abusi. Da lì è scattata la filiera delle indagini effettuate dai carabinieri della compagnia di Sulmona. La minore è stata quindi presa in carico dal centro antiviolenza, dai medici e dagli esperti per metabolizzare e ricostruire quanto accaduto. Il 14enne intanto ha respinto le accuse facendo sapere, tramite il proprio legale, di non aver avuto alcun contatto con la ragazza









