Un anno esatto per presentare le memorie finali e chiarire la delicata vicenda. È finita sul tavolo della Corte d’Appello dell’Aquila la vicenda dell’accoltellamento in piazza Capograssi a causa del quale T.G. aveva perso la milza. I giudici civili hanno stabilito l’altro giorno che le parti potranno depositare le richieste entro dicembre 2025. La decisione arriverá invece a gennaio 2026. Se l’uomo avrà dritto o meno al maxi risarcimento si saprà tra un anno esatto. L’uomo era stato raggiunto da una accoltellata all’addome, sferrata da una persona dichiarata incapace di intendere e di volere, poi deceduta. I fatti risalgono al febbraio 2012. Dopo l’aggressione, la vittima aveva ricevuto cure presso l’ospedale di Sulmona e aveva riportato un’invalidità seria nonché la perdita della milza. L’aggressione era avvenuta otto giorni dopo la visita somministrata dal Csm all’aggressore. L’uomo era stato rimandato a casa con una terapia più incisiva ma senza successivi e approfonditi controlli. Da qui la richiesta di risarcimento della vittima, la quale ritiene che la struttura sanitaria, fosse in parte responsabile per non aver gestito adeguatamente l’aggressore. La richiesta di risarcimento era indirizzata, appunto, sia agli eredi dell’aggressore sia alla Asl, ma il tribunale ha stabilito che, al momento dell’atto violento, l’autore del reato era incapace di intendere e di volere. Questa condizione mentale, secondo la sentenza, solleva l’aggressore e quindi i suoi eredi, citati in giudizio, da qualsiasi responsabilità civile per l’azione compiuta. Il giudice aveva inoltre rigettato la pretesa di risarcimento nei confronti dell’Azienda sanitaria. La decisione del tribunale è basata sull’accertamento dell’incapacità dell’aggressore, una condizione che lo esonerava dall’essere ritenuto legalmente responsabile per i danni causati. Ora il secondo round.