
Daspo con obbligo di firma. È la misura di sorveglianza speciale chiesta dal Questore dell’Aquila, Fabrizio Mancini, al giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo per i sei tifosi della Pro Vasto, indagati per l’aggressione a sfondo razziale perpetrata nei confronti di un tunisino. I fatti risalgono allo scorso 5 gennaio. Le accuse sono di lesioni aggravate dai futili motivi, minacce, imbrattamento di cose altrui ed accensioni pericolose. A denunciare i tifosi era stata la squadra anticrimine del commissariato di Sulmona, diretto dal commissario capo, Carmine Di Cato, dopo aver ricostruito il grave episodio, con l’aiuto di qualche testimone e delle telecamere di videosorveglianza che si trovano nei pressi di piazza Ruggieri dove era avvenuta l’aggressione. Stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, è emerso che il tunisino stava cercando di spingere un’auto in panne quando i sei tifosi, scesi da quattro pulmini con sciarpe e passamontagna, avevano iniziato ad insultarlo con epiteti razzisti come “tunisino di m….”, per poi accerchiarlo e colpirlo con calci, pugni e perfino brandendo una spranga che non era stata utilizzata. A fermare l’aggressione era stato un agente di polizia fuori servizio, che a sua volta era rimasto lievemente ferito. La vittima era stata trasportata in ospedale. Il tunisino era stato quindi medicato e dimesso con una prognosi di sette giorni. I tifosi vastesi erano arrivati in città per seguire la propria squadra di calcio impegnata nella gara di Eccellenza contro l’Ovidiana Sulmona. Tuttavia l’episodio era scaturito da un battibecco che c’era stato poco prima tra il tunisino, che lavora in un autolavaggio e i sei. Si sono quindi aperti due filoni d’inchiesta. Ok Questore ha chiesto il daspo con obbligo di firma per i sei, accusato pure di aver lanciato fumogeni all’interno dello stadio e imbrattato alcuni muri nei pressi del casello autostradale di Pratola Peligna. Si tratta di una misura amministrativa-cautelare, al vaglio del gip del Tribunale aquilano. Intanto, al Tribunale di Sulmona, pende ancora la richiesta di obbligo di dimora, presentata dalla procura. Richiesta al vaglio del gip, Alessandra De Marco, chiamata a sciogliere la riserva. I tifosi, difesi dall’avvocato Fiorenzo Cieri, si erano difesi nel corso dell’interrogatorio di garanzia pre cautelare, negando le accuse. “Nessuno dice che il tunisino ha spinto la bici contro il nostro pulmino e che anche noi abbiamo riportato lesioni”- avevano detto i sei rispondendo alle domande del magistrato.