
Ancora un grave episodio di violenza ai danni del personale sanitario dell’Ospedale San Salvatore di L’Aquila. Nella giornata di sabato 8 marzo, tre infermieri del reparto di psichiatria sono stati aggrediti brutalmente da un paziente ricoverato, colpiti con calci e pugni. Il paziente, che si trovava agli arresti domiciliari e ricoverato dal novembre scorso per decisione del Giudice, ha provocato contusioni e fratture agli operatori, con prognosi fino a 30 giorni. A denunciare l’accaduto è la Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità (FIALS) dell’Aquila, che da tempo segnala le condizioni di estrema criticità in cui opera il personale sanitario. Il reparto psichiatrico dell’Ospedale San Salvatore dispone di 14 posti letto, ma spesso si trova a gestire fino a 18 pazienti, molti dei quali con patologie complesse e comportamenti aggressivi. Sovraffollamento, carenza di personale e pazienti ad alta pericolosità rendono l’ambiente di lavoro insostenibile e pericoloso, non solo per gli operatori, ma anche per gli altri degenti. La gestione di pazienti con misure restrittive, come nel caso dell’aggressore, rappresenta una criticità irrisolta, che grava sugli infermieri e compromette la qualità dell’assistenza sanitaria.
La FIALS sottolinea che l’aggressione subita dagli infermieri è solo l’ultima di una lunga serie. Già nel 2024, dopo il grave episodio che aveva visto vittima una psichiatra del reparto, era stato richiesto un intervento immediato per la sicurezza. Nel corso dello stesso anno, grazie alla collaborazione con la Direzione Strategica della ASL 1 Abruzzo, erano state sostituite le vetrate del reparto con materiale antisfondamento, ma questi interventi non sono stati sufficienti a risolvere il problema.
Uno degli aspetti più critici riguarda il trasferimento di pazienti provenienti da altre strutture, che dovrebbero essere ospitati in ambienti più adeguati, come le REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza). L’ultimo aggressore, per esempio, avrebbe dovuto essere trasferito nella REMS di Barete, evitando così rischi per il personale ospedaliero. Di fronte a questa ennesima violenza, la FIALS L’Aquila chiede un incontro immediato con la Direzione Strategica della ASL 1 Abruzzo, coinvolgendo anche: 1) Il Risk Management (gestione dei rischi sanitari) 2) Il RSPP (Responsabile della Sicurezza, Prevenzione e Protezione).
“Non possiamo più tollerare che gli operatori sanitari lavorino in condizioni di pericolo. Servono interventi immediati per garantire la sicurezza di chi ogni giorno si prende cura della salute della collettività”, conclude la FIALS. Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti: la sicurezza del personale sanitario deve diventare una priorità assoluta.