SULMONA. E’ fuori pericolo l’agente di polizia penitenziaria di 54 anni, aggredito assieme ad altri due colleghi, lo scorso venerdì, da due detenuti del carcere di Sulmona. L’uomo, era stato dichiarato inizialmente in prognosi riservata, a causa dei traumi riportati. Nelle ultime ore non sono emerse complicanze tanto che i medici dell’ospedale peligno hanno sciolto la prognosi. “Sto meglio” ha detto il 54enne ai suoi colleghi, raccontando che l’aggressione è stata brutale e gratuita. La vicenda continua a scatenare una serie di reazioni. Ieri le organizzazioni sindacali, in una nota congiunta, hanno chiesto ai vertici dell’amministrazione penitenziaria “un aggiornamento delle piante organiche urgente che tenga conto dei cambiamenti delle condizioni lavorative e delle nuove esigenze strutturali al fine di garantire un adeguato supporto al personale già in servizio e una gestione efficiente della struttura”. I sindacati hanno inoltre diffidato l’amministrazione penitenziaria “ad aprire il nuovo padiglione perché non ci sono i presupposti di sicurezza” e hanno chiesto “uno sfollamento dei detenuti e soprattutto di trasferire i detenuti riottosi che hanno aggredito i colleghi, detenuti che quotidianamente non vogliono rispettare le regole penitenziarie imponendo le loro regole anche con i loro metodi criminali”. “La gestione del circuito alta sicurezza; l’aumento delle attività previste dalla normativa vigente, ha causato un notevole incremento del carico di lavoro per il personale, che attualmente risulta insufficiente rispetto alle reali esigenze dell’istituto, con l’imminente apertura del nuovo padiglione ci sarà un collasso del sistema, con gravi conseguenze sul piano della sicurezza”- rincarano le organizzazioni sindacali. Sulla vicenda è intervenuto anche il vice segretario generale Spp, Mauro Nardella, secondo il quale “quello dello stato di agitazione che nei prossimi giorni sarà annunciato sarà solo l’inizio di un periodo conflittuale volto a fare aprire, si spera, gli occhi a un’amministrazione che sinora si è mostrata cieca ai bisogni di tutta la comunità carceraria”. “Quella che sta montando al carcere di Sulmona è una situazione davvero inverosimile ed alquanto drammatica. Rabbia, incredulità, rassegnazione, sono queste le sensazioni che stanno vivendo i poliziotti penitenziari dopo settimane di stress”- conclude Nardella.




