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SULMONA – Tra Ducato e auto, nel 2024, si prevede di produrre quasi 200.000 vetture in meno nel plaint di Sulmona. È il drammatico quadro che è venuto fuori nel corso dell’incontro tra le organizzazioni sindacali e i vertici dello stabilimento della Magneti Marelli di Sulmona. Resta alto il livello di attenzione sulle sorti della fabbrica sulmonese, tenendo conto anche del possibile incremento degli esuberi. Quest’anno, secondo l’azienda, ne sono 90 mentre per il 2024 passeranno a 135 unità, con un aumento di 40 esuberi rispetto all’anno in corso. Questo comporterà il prolungamento del contratto di solidarietà per tutto il 2024, per poi cercare una proroga per l’anno 2025 ed una ulteriore una disponibilità di ammortizzatori sociali per il 2026. “In funzione di un ipotetico aumento di volumi legati alla possibile acquisizione di una nuova commessa denominata piattaforma large, che però al momento non risulta acquisita ma ancora oggetto di contrattazione col cliente, l’azienda auspica un percorso congiunto con le organizzazioni sindacali al fine di avere un supporto della Regione Abruzzo con la possibilità di impegno economico per investimenti futuri legati proprio a tale commessa”- rilevano le RSA della Fim Fiom CGIL della provincia dell’Aquila sottolineando che “mentre su alcuni siti l’azienda decanta la positività della diversificazione della clientela, su Sulmona evidenzia una problematica, ovvero la condizione di monocommittenza che da anni come portiamo ai tavoli di confronto con l’azienda”. Sempre secondo i sindacati il legame pressoché esclusivo con Stellantis, per quanto fondamentale, continua a tenere Sulmona in una condizione di criticità. “Rimane alto l’impegno nostro per attenzionare le Istituzioni, in primis la Regione Abruzzo, sullo stabilimento peligno per capire l’importanza di un’economia circolare, mirando alla continuità del rapporto con la ex Sevel anche per le commesse del nuovo Ducato e trovando risorse per un investimento di riqualifica dello storico stabilimento volto soprattutto a valorizzare le alte competenze acquisite dalle maestranze”- concludono le organizzazioni sindacali.

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