
Il Tribunale per il Riesame dell’Aquila ha revocato gli arresti domiciliari da un 50enne di Popoli Terme, guardia giurata, che era finito ai domiciliari lo scorso 8 settembre dopo la violazione dei divieti. I suoi legali hanno impugnato l’ordinanza del Tribunale di Pescara, sostenendo che l’uomo non si era recato davanti ai luoghi frequentati da uno dei figli come sostenuto dall’accusa. Per questo i giudici del Riesame hanno ripristinato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla famiglia. All’uomo, come atto dovuto, i carabinieri della compagnia di Popoli Terme hanno ritirato le armi in suo possesso, in attesa dell’eventuale processo. La richiesta di dissequestro è stata respinta. Secondo la ricostruzione dell’accusa, le violenze sarebbero iniziate nel 1998, poco dopo l’inizio del matrimonio, e avrebbero assunto negli anni un carattere sempre più violento e sistematico. La moglie ha raccontato agli inquirenti episodi ricorrenti di aggressioni fisiche e verbali, almeno cinque volte al mese: schiaffi, pugni, calci alla pancia e insulti umilianti che hanno progressivamente minato la sua integrità fisica e morale. Ma le violenze non si sarebbero fermate alla figura della donna. L’uomo, descritto come un “padre padrone”, avrebbe riservato ai figli un comportamento autoritario e squilibrato, concentrando attenzioni ossessive sul figlio maschio, che – secondo l’accusa – voleva crescere a sua immagine, “tentando di allevare un giovane maltrattatore di donne”, mentre manifestava un odio feroce nei confronti della madre. Un episodio particolarmente grave è stato rievocato nel corso dell’indagine: durante una lite, il figlio – ormai condizionato dal clima familiare – avrebbe aggredito la madre, cercando di colpirla e arrivando persino a sputarle in faccia. La Procura nelle scorse settimane aveva chiuso le indagini e ora si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per il 50enne









