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SULMONA. Continua a far discutere il volantino diffuso dai gioventù nazionale Valle Peligna nella vigilia della Giostra Cavalleresca di Sulmona. Toni, immagini e contenuti che hanno scatenato dure reazioni. Dopo la presa di distanze della consigliera regionale, Maria Assunta Rossi, anche i soci fondatori della manifestazione prendono posizione. “Noi sottoscritti Soci Fondatori della Giostra Cavalleresca di Sulmona ci dissociamo pienamente dall’ inquietante messaggio diffuso dalla gioventù nazionale valle peligna sulla giostra stessa. Quando abbiamo lavorato alla nascita di questa manifestazione avevamo, e abbiamo ancora, in mente un evento inclusivo, gioioso, di solidarietà e di accettazione di ognuno. In poche parole un evento di pace, come da qualche tempo ama ripetere il comitato direttivo. Il cosiddetto popolo della giostra è composto da Uomini di Pace e non da uomini di milizia. Siamo veramente sorpresi che il comitato direttivo non abbia preso immediata e netta distanza da un messaggio neanche troppo velatamente nostalgico di tempi cupi e luttuosi, anche in considerazione del fatto che la manifestazione viene aperta dall’ inno nazionale, simbolo della Repubblica Italiana nata dall’ antifascismo”- scrivono Fabio Balassone, Maurizio Balassone, Luciano De Dominicis, Clotilde Iavarone, Giulio Quercia e Umberto Malvesuto. Rincarano la dose i giovani democratici della Valle Peligna. “I volantini distribuiti da Gioventù Nazionale della Valle Peligna in occasione della Giostra Cavalleresca di Sulmona rappresentano un esempio allarmante del tentativo della destra di far percorrere la strada verso l’egemonia culturali a certi valori del passato. Sotto la patina di un apparente richiamo alle tradizioni, emergono infatti elementi che richiamano ideologie fasciste e militariste.
Guardiamo al linguaggio. Termini come “Uomini di Milizia” evocano direttamente le squadre d’azione fasciste, riportando alla mente il periodo più buio della storia europea. Questo richiamo non può essere ignorato o minimizzato. È inaccettabile che in una regione emblema di democrazia e progresso, ricca di esempi, di veri EROI antifascisti come la Brigata Majella, Carlo Tresca e Virgilia D’Andrea e tanti altri, si utilizzino ancora termini e concetti legati a ideologie di oppressione e terrore, minimizzando e sputando sopra le gesta di tutta una tradizione antifascista che da quasi un secolo distingue il territorio sulmonese e i suoi personaggi e su cui la nostra città ha saldamente affondato le sue radici. L’insistenza sui valori di lealtà, coraggio e onore, presentati in un contesto di milizia, non può essere interpretata come una semplice esaltazione di virtù antiche. Si tratta di un palese tentativo di riproporre un immaginario nostalgico, che glorifica la guerra e l’eroismo militare a scapito di un autentico rispetto per la diversità e la pace (soprattutto in un momento drammatico sul piano geopolitico come questo). La pericolosità sta non in un presunto “ritorno delle camicie nere”, quanto piuttosto nel far strisciare nell’immaginario collettivo sentimenti che spezzano i legami sociali ed indeboliscono la democrazia.
Mentre il volantino afferma che la Giostra rappresenta un’opportunità per riscoprire i valori del passato e per riaffermare l’identità locale contro la globalizzazione, è evidente che questa retorica è strumentalizzata per promuovere un’agenda conservatrice e xenofoba. La globalizzazione, con tutti i suoi limiti, offre la possibilità di un arricchimento culturale reciproco e di una maggiore comprensione tra i popoli. Non può nemmeno non ricordarsi che l’Italia nel corso della sua storia è sempre stata un crocevia di popoli, ed è questo a renderla oggi il Paese più bello che è, il Paese delle contaminazioni artistiche, culturali, delle tradizioni anche (appunto). Contrastare la globalizzazione (che pure su altri versanti non è esente da storture di cui dobbiamo occuparci) con un ritorno a valori nazionalisti e militaristi è una risposta pericolosa e reazionaria. In conclusione, la Giostra Cavalleresca di Sulmona ha un valore storico e culturale significativo, ma i volantini distribuiti da Gioventù Nazionale della Valle Peligna ne distorcono il significato per propagare ideali pericolosi e superati. È fondamentale che le celebrazioni storiche siano un’occasione per riflettere criticamente sul passato, non per rievocare nostalgie fasciste e militariste. In un’epoca in cui l’inclusività e il rispetto per la diversità sono valori imprescindibili, è inaccettabile che simili messaggi vengano tollerati e propagati. Invitiamo dunque il direttivo della Giostra Cavalleresca di Sulmona a prendere esplicitamente le distanze dal contenuto del volantino, così come Invitiamo a farlo Maria Assunta Rossi, eletta in consiglio regionale con il partito di cui Gioventù Nazionale è propagazione. Questa presa di distanze dai contenuti è mancata nel suo precedente comunicato, in cui si dichiara solo l’assenza di un legame con l’ideazione dell’iniziativa (e questo noi lo crediamo), ma non basta. Soprattutto per chi il 25 aprile è stato uno dei pochi di Fratelli D’Italia a celebrare la festa della Liberazione. Speriamo in un atto di coerenza”- concludono i giovani dem

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