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SULMONA – L’Arera, l’autorità nazionale dell’energia, con una delibera approvata ieri, ha dato il via libera alla linea Adriatica, ovvero al metanodotto che dovrà essere realizzato dalla Snam per 2,4 miliardi di euro, da Sulmona, dove sarà realizzata anche la centrale di spinta in località Casa Pente, attraversando 17 comuni in provincia dell’Aquila, per arrivare fino a Foligno in Umbria. Per poi proseguire fino a Minerbio, in Emilia Romagna.
Questo all’esito della consultazione pubblica, prevista per legge, avviata il 6 dicembre dalla stessa Snam, e che si è conclusa il 20 gennaio, sulla sostenibilità economica e il rapporto costo-benefici della mega-opera. A presentare le controdeduzioni, i Comuni abruzzesi interessati dal tracciato, e le associazioni ambientaliste, i comitati, ché da anni si battono contro la realizzazione di una infrastruttura definita “inutile, eccessivamente costosa e impattante dal punto di vista ambientale”. Snam ha replicato con un corposo dossier di osservazioni a favore, supportate dai pareri, altrettanto positivi, di vari stakeholder, come Confindustria, Proxigas, Utilitalia, Energia Libera, Aiget, Eni, Edison, e Hera Trading.
Per l’ok di Arera esulta ora Stefano Venier, il ceo di Snam, multinazionale partecipata da Cassa depositi e prestiti (Cdp) per il 31,6%, in quanto le tempistiche del via libera permetteranno ora al gruppo di inserire l’opera all’interno del nuovo capitolo del Pnrr, per ottenere importanti finanziamenti. L’obiettivo è anche quello di stringere i tempi di realizzazione, entro il 2027, e a questo proposito il governo è pronto a nominare un commissario straordinario per semplificare i vari iter. Il Tar del Lazio ha già intanto respinto il ricorso proposto dall’associazione Forum Ambientalista, che chiedeva l’annullamento dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), rilasciata dal Ministro della Transizione Ecologica nel marzo 2021, per l’esercizio della centrale di compressione gas di Sulmona. I Comitati cittadini per l’ambiente e il Coordinamento No Hub del Gas sono però tornati alla carica, inviando una lettera ai 26 Comuni di Abruzzo, Umbria, Marche e Lazio, per sollecitarli a presentare ricorso al Tar del Lazio contro l’autorizzazione rilasciata dal governo, sostenendo che è falso il presupposto secondo il quale “la capacità della rete esistente non è sufficiente a trasportare il gas aggiuntivo, per cui è necessario rafforzare la rete anche tramite il tratto Sulmona – Foligno”, in quanto, “non esiste nessuna ‘strozzatura’ della rete metanifera, perché da sud verso la pianura padana possono transitare oltre 43 miliardi di metri cubi di gas, dopo aver detratto i quantitativi consumati dalle Regioni meridionali”. Il Comune di Sulmona si è riservato su un eventuale ricorso al Tar mentre sei associazioni del territorio hanno chiesto all’ente di trattare con la Snam per non perdere i ristori

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