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Avrebbe orientato le gare per superare il livello professionale. È quanto contesta la Procura della Repubblica di Pescara alla 63 enne di Pratola Peligna, finita agli arresti nei giorni scorsi insieme ad altri quattro per l’inchiesta sulle presunte mazzette per la sanità. La donna, che ha diretto il servizio approvvigionamento della Asl fino allo spostamento causato proprio dalle indagini, a giudizio del gip «si è dimostrata a tutto tondo a libro paga dell’imprenditore, orientando le gare, scegliendo commissari compiacenti e defenestrando chi non le permetteva di raggiungere i suoi obiettivi, mentendo circostanze anche ai vertici della Asl, arrogandosi ruoli che non le competevano, aggirando i dettami normativi». Il tutto in cambio di «qualche migliaia di euro, qualche regalia e qualche cena» e «per cercare di soddisfare l’ambizione smisurata di ricoprire ruoli apicali». La 63 enne avrebbe infatti puntato il ruolo di direttore generale dell’Aric e per assecondare tale ambizione lo stesso imprenditore avrebbe compiuto pressioni su Sospiri. Tutte accuse che dovranno trovare riscontro nel corso delle indagini preliminari

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