banner
banner

 

Dopo anni di processi e sentenze, si conclude l’inchiesta Do Ut Des sui puntellamenti della ricostruzione a L’Aquila. E la sentenza dà l’assoluzione piena a tutti gli imputati. Tra loro l’ex vice sindaco Roberto Riga e gli ex assessori Pierluigi Tancredi e Vladimiro Placidi,  l’ex cerimoniera del Comune, Daniela Sibilla, Daniele Lago, imprenditore della società Steda e il direttore dei lavori, Fabrizio Menestò. Alla base del processo una presunta tangente da 10mila euro nascosta in una confezione di una bottiglia di grappa, per l’assegnazione dei lavori di consolidamento di un consorzio del centro storico, alla ditta Steda, che sarebbe arrivata a Riga attraverso Tancredi

Aveva fatto clamore il coinvolgimento del vice sindaco dell’Aquila Roberto Riga, importante componente della Giunta di centrosinistra guidata da Massimo Cialente . Un’operazione condotta con molta attenzione per la mediaticità  e a seguito di quei fatti il sindaco Cialente pretese le dimissioni di Roberto Riga, giustamente, perchè le ombre gettate sulla ricostruzione erano tante, troppe. Poi si dimise lo stesso Cialente e ci volle una grande manifestazione popolare per farlo tornare sulle sue decisioni.

“Dopo tanti anni si è fatta chiarezza su una pagina oscura per la città e per gli aquilani che adesso possono pensare di essere stati amministrati da persone per bene. Io mi sono dimesso subito e ho aspettato con serenità la sentenza, rinunciando anche alla prescrizione perchè sapevo di non aver fatto nulla” afferma Roberto Riga.

Un’inchiesta che è stata un vero e proprio terremoto giudiziario che portò L’Aquila e la ricostruzione sulle pagine dei giornali di tutto il mondo.

Il pm Fabio Picuti in una delle ultime udienze aveva sottolineato che è “fondato” il capo di imputazione sul caso di corruzione e presunto giro di mazzette per la messa in sicurezza di palazzo Carli, sede della università dell’Aquila, ma nel corso del processo le prove testimoniali sono state inutilizzabili. E soprattutto è scattata la prescrizione per il passaggio del fascicolo nelle mani di ben otto giudici del Tribunale in cinque anni.

Grande accusatore Agostino Marcon, collaboratore dell’imprenditore Lago, che durante il dibattimento aveva confessato di aver consegnato personalmente la tangente a Tancredi, che a sua volta l’avrebbe poi girata a Riga. Un’ammissione di colpevolezza che è valsa a Macron il capo di imputazione di concorso in corruzione. E’ accaduto però che nella udienza dell’11 febbraio, Macron, ascoltato non più come testimone ma come imputato, non ha risposto alle domande.

“Ho sempre avuto fiducia e sono stato convinto della mia estraneità. Temevo che solo con la prescrizione non si sarebbe arrivati all’assoluzione con formula piena. Una sentenza che mi restituisce un po’ di serenità, anche se sono stati anni difficilissimi e cancella tante ombre sulla ricostruzione post sisma e sulla mia vita”, dice Tancredi

 

 

 

 

 

L’inchiesta sui puntellamenti della ricostruzione dell’Aquila denominata “Do ut des” si chiude con l’assoluzione per tutti gli imputati..

L’accusa ipotizzava un sistema corruttivo sulla messa in sicurezza di due palazzi del centro storico, un edificio su via Accursio e Palazzo Carli.

Oltre a Tancredi, Placidi e Riga sono stati assolti anche Ci vorranno ora 90 giorni le motivazioni della sentenza; il collegio giudicante era presieduto da Alessandra Ilari.

Inchiesta puntellamenti, Riga: “Noi amministratori per bene”

“Non c’è stato nessun ‘Do ut des’. La sentenza di oggi leva ogni macchia dalla passata amministrazione: noi siamo ed eravamo persone per bene”, è il commento di Roberto Riga rilasciato al Capoluogo.

“Un’assoluzione che ridà dignità anche alla ricostruzione che per troppe volte è stata adombrata da questi spiacevoli fatti di cronaca che hanno portato L’Aquila sulla pagine di tutto il mondo. Sono felice per me, per la mia famiglia per i miei figli Francesca e Matteo”, conclude.

A difendere Roberto Riga, oltre l’avvocato Giuseppe Carugno, anche Carlo Benedetti del foro dell’Aquila.

Inchiesta puntellamenti, Benedetti: “processo più importante nelle fasi del post sisma”

“Io credo che questo sia stato il processo più importante all’Aquila nelle fasi del post sisma e con oggetto la ricostruzione della città. Sicuramente è quello che ha avuto anche più impatto mediatico. A gennaio del 2014 finimmo sui giornali di tutto il mondo per questa problematica”.

“È stata, ricorda l’avvocato Benedetti al Capoluogo.

“Erano giorni difficili, forse i più difficili dell’esperienza amministrativa della giunta Cialente. Dopo 6 anni la macchina della giustizia ha prodotto un verdetto: assoluzione con formula piena per il mio assistito ma anche per le altre figure improntate in questa vicenda”.

“Posso ricordare a me stesso che si tratta di una vicenda prima civile e poi fallimentare che riguardava i rapporti tra 2 ditte a cui è stato un credito e traslata dinanzi al giudice penale”.

“Questa sentenza di oggi certamente non ridarà a Roberto 6 anni di vita ed emarginazione non solo politica ma anche sociale, ma è un altro elemento che si aggiunge ai tanti tasselli che dicono che la ricostruzione all’Aquila è stata tenuta in piedi e diretta da persone per bene. Auguro buona vita a Roberto Riga”, conclude.

Inchiesta puntellamenti, Tancredi: “una sentenza che ‘assolve’ la città”.

al microfono del Capoluogo.

“Oggi mi sento una persona diversa che non deve abbassare lo sguardo quando cammina per strada, pur sapendo di non aver fatto nulla di cui ero stato accusato”.

 

 

Lascia un commento