
In un momento in cui la sanità abruzzese affronta un profondo dissesto finanziario e rischia il commissariamento, emergono dubbi e polemiche su alcune scelte gestionali della ASL 1 Abruzzo (Avezzano-Sulmona-L’Aquila). A sollevare il caso è il Comitato per la tutela degli operatori sanitari e degli utenti del SSN, che attraverso una comunicazione ufficiale ha denunciato quella che definisce una “gestione generosa… con i soldi dei cittadini”. Sotto la lente, c’è l’incarico conferito nel 2022 a un infermiere professionale, incarico poi rinnovato nel 2024, per ricoprire funzioni di particolare rilievo nelle aree infermieristiche, ostetriche e tecnico-sanitarie. Fin qui nulla di anomalo, se non fosse che, secondo il Comitato, l’assegnazione e la retribuzione dell’incarico violerebbero precise norme di legge.
I punti contestati sono tre, in particolare, gli elementi ritenuti gravi:
- Posto di organico non “bloccato”: la legge prevede che, in caso di incarichi ai sensi dell’art. 15-septies del D.Lgs. 502/1992, venga contemporaneamente reso indisponibile un posto dirigenziale di pari valore economico. Questo passaggio – denuncia il Comitato – non risulta essere stato eseguito.
- Ruolo da direttore vietato: al professionista è stato attribuito l’incarico di Direttore di struttura complessa, con relativo stipendio. Ma la legge (art. 15, comma 7-quinquies) vieterebbe esplicitamente che tale incarico venga conferito tramite contratto a tempo determinato come quello utilizzato.
- Retribuzione fuori norma: infine, invece di applicare il trattamento economico previsto per il ruolo, la ASL avrebbe riconosciuto un compenso più alto, quello di un direttore di struttura complessa, generando un aggravio di spesa giudicato “del tutto irregolare”.
Il Presidente del Comitato, dott. Antonio Santilli, sottolinea come queste pratiche – se confermate – siano inaccettabili in un momento in cui i conti della sanità abruzzese sono in profondo rosso, e in cui si chiedono sacrifici a cittadini e operatori.
“La Regione – si legge nel comunicato – ha evitato il commissariamento ricorrendo a pesanti interventi sul bilancio. Ma scelte come questa minano la fiducia degli utenti e dei lavoratori, alimentano disagio e disaffezione, e rischiano di compromettere ulteriormente un sistema sanitario già in affanno.”
Il Comitato annuncia che proseguirà con ulteriori verifiche su questa e altre situazioni simili, con l’obiettivo di portare alla luce eventuali sprechi o irregolarità che possano aver contribuito al deterioramento del servizio sanitario pubblico regionale.