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Questa mattina la Guardia di Finanza di Pescara ha condotto una maxi operazione che ha portato all’arresto di tre persone per reati contro la pubblica amministrazione, in particolare corruzione, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Secondo gli inquirenti, il dirigente del Dipartimento di Salute Mentale della Asl, Sabatino Trotta, ha svolto funzioni di pubblico ufficiale nella gara, in quanto, oltre ad aver predisposto il capitolato tecnico, ha scelto i nominativi dei tre esperti del settore nominati membri della commissione giudicatrice, persone a lui strettamente collegate, personalmente e professionalmente, per poi condizionarli al fine di garantire al consorzio l’attribuzione del massimo punteggio riconosciuto per le offerte tecniche presentate. “Con il determinante apporto del medico, il Consorzio e la Cooperativa vincevano – si legge nel dispositivo del giudice – la gara d’appalto, stipulando con l’Ausl di Pescara un contratto di servizi, di durata quadriennale, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, riconoscendo somme di denaro e regalie di varia natura (gioielli, orologi e beni tecnologici), al Dirigente medico e ai membri della commissione di gara”. Sempre secondo l’accusa, la gara pubblica di appalto oggetto delle gravi condotte illecite ideate e attuate dagli indagati è da ritenersi particolarmente rilevante, non soltanto per l’ingente importo complessivo, ma anche per la tipologia dei servizi appaltati, afferenti a beni primari di cura delle persone più fragili, nel caso di specie affette da problematiche psichiatriche, da erogarsi in numerose strutture residenziali e centri diurni ubicati sul territorio provinciale, alcuni dei quali già gestiti dalla Cooperativa. “. Oltre ai tre arrestati ci sono sei indagati.  Le indagini hanno preso il via nell’estate 2020 anche a seguito di alcune segnalazioni interne alla Asl giunte per comportamenti volti a turbare illecitamente lo svolgimento della gara pubblica dell’importo di oltre 11 milioni indetta dall’Asl di Pescara, il cui iter si sarebbe concluso in pieno periodo di emergenza pandemica. Il proseguimento dell’appalto avrebbe portato la cifra iniziale di 11,3 milioni a oltre 17”. Così ha spiegato, in conferenza stampa, il comandante regionale Abruzzo della Guardia di Finanza, Gianluigi D’Alfonso, illustrando la genesi dell’inchiesta della Procura di Pescara che ha portato all’arresto.
Inoltre, il Dirigente Sanitario, già candidato alle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo tenutesi nel mese di febbraio del 2019, nel corso delle indagini ha esplicitamente ammesso con alcuni suoi interlocutori di essersi adoperato in favore degli interessi illeciti della Cooperativa e dei suoi rappresentanti anche per accrescere il proprio consenso elettorale, e per precostituirsi per future competizioni elettorali un bacino di consensi tra le centinaia di dipendenti, di pazienti e dei rispettivi parenti delle società gestite dal rappresentante legale della Cooperativa. Nei lunghi mesi di indagine (anche supportate da mezzi di ricerca della prova di carattere tecnico), è stato possibile riscontrare un elevato tenore di vita dei protagonisti, in particolare del Medico, che ha sostenuto molteplici spese, in contanti, per importi considerevoli, comperando beni di ogni genere ed anche di elevato valore, per sé e per le persone a lui vicine, alcune delle quali coinvolte nella gara pilotata. Aspetto particolarmente stridente con l’odierna fase pandemica è rappresentato dal fatto che gli indagati, sebbene siano tutti operatori sanitari, in violazione delle vigenti normative in materia di contrasto alla pandemia dovuta al Covid-19, hanno effettuato numerosi viaggi in varie zone del Paese, in assenza di reali motivazioni e spesso servendosi di false attestazioni, anche solo per recarsi a fare shopping in grandi città, e si sono sovente incontrati per cene in case private, ricevendo ospiti in un numero maggiore a quello consentito anche in violazione del coprifuoco notturno. All’esito delle indagini, sono state, pertanto, deferite alla Procura della Repubblica di Pescara n. 6 persone fisiche, responsabili a vario titolo dei reati. Inoltre, è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Pescara la cooperativa sociale esecutrice dell’appalto, in relazione all’illecito amministrativo di cui agli articoli 21 e 25 comma 2° del Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231.

“Destano inquietudine le notizie degli arresti di Pescara a seguito di indagini su una gara indetta dalla Asl”: inizia così la dichiarazione di Michele Fina e Nicola Maiale, segretari regionale e provinciale del Partito Democratico. Per Fina e Maiale “la Regione Abruzzo dovrebbe aprire una fase di profonda riflessione sulla gestione della Asl pescarese, chiamata ad un profondo rinnovamento, specie in una fase cosi’ delicata per il nostro sistema sanitario. La Asl dovrebbe innanzitutto costituirsi parte civile, a tutela della propria immagine, dell’impegno di medici e sanitari in prima linea nell’emergenza pandemica, della dignita’ degli utenti, specie di quelli piu’ fragili. Inquieta soprattutto registrare il fatto che il dirigente sanitario principale indagato e’ stato tra i candidati al Consiglio regionale nella lista del partito del presidente della Regione. Una circostanza che fa il paio con le indagini e le misure cautelari che hanno travolto i vertici dell’amministrazione comunale di Celano. In entrambi i casi vale naturalmente il principio della presunzione di innocenza, ma il malcostume che emerge dagli atti e’ gia’ da adesso, ancora una volta, da condannare con fermezza, anche perche’ nel caso di Pescara riguarda persino le restrizioni anti – Covid, che poveri, normali abruzzesi e italiani hanno sofferto e soffrono ancora molto per rispettare”.

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