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SULMONA – Si erano inventati due aziende “fantasma” per chiedere finanziamenti da reinvestire nel mercato dei prestiti a strozzo. Per i reati di usura, estorsione, falsità ideologica, sostituzione di persona e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, ventitre persone sono comparse questa mattina  davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli. Il Gup ha respinto l’eccezionalità territoriale,  sollevata dagli avvocati della difesa, ritenendo che il baricentro dei reati è radicato in Valle. Contestualmente ha disposto una perizia sulle intercettazioni oggetto dell’indagine, incaricando il perito e un’altra su uno degli imputati per accertare la capacità di stare in giudizio.  L’inchiesta conta complessivamente ventitre indagati, di cui nove raggiunti da misura cautelare nel settembre del 2016, dopo la vasta operazione condotta dai Carabinieri di Sulmona. Tutto è partito  in verità, nel 2015, dalla denuncia di un imprenditore di Sulmona sottoposto ad estorsione da uno dei 23. Dagli accertamenti dei Carabinieri emerse che una famiglia di origine rom che svolgeva come attività principale il prestito di soldi con tassi che raggiungevano anche il 54% mensile, aveva fatto il salto di qualità creando un diabolico sistema economico che ruotava intorno a due aziende con capitale sociale e con dipendenti, tutti fittizi, reperiti nel mondo della tossicodipendenza locale. Il sodalizio criminale riusciva quindi ad ottenere prestiti da finanziarie e istituti di credito attivando la procedura della cessione del quinto dello stipendio a carico dei dipendenti, tutti conniventi, per un ammontare di circa 600.000 euro. Per non dare modo alle banche di avviare denunce e contenziosi le due aziende fittizie onoravano le prime rate dando modo alla società di prendere tempo e conseguire altro capitale, con la medesima tecnica. Il castello accusatorio viene contestato dalla difesa soprattutto per quanto riguarda l’associazione a delinquere. Si tornerà in aula, dopo sei anni, il prossimo 25 novembre. E siamo ancora in udienza preliminare. (a.d’.a.)

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