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SULMONA – Nove anni di reclusione, da ridurre di fatto a sei per via della scelta del rito, per i reati di atti sessuali con minorenne e corruzione di minore. E’ quanto ha chiesto oggi il Sostituto Procuratore della Repubblica di Sulmona, Stefano Iafolla, al giudice per le udienze preliminari Daniele Sodani, in sede di discussione del processo celebrato con rito abbreviato a carico di un 58 enne di Pratola Peligna. La lunga e delicata vicenda doveva chiudersi oggi davanti al Gup. Le parti hanno invece formulato le loro richieste ma la sentenza, come deciso dal giudice, arriverà il prossimo 30 ottobre nel corso dell’ultima udienza che è stata fissata per le repliche e la lettura del dispositivo. La richiesta della Procura, se accolta, si concretizzerà in sei anni di reclusione, vista la riduzione di un terzo della pena per l’imputato prevista per la scelta del rito abbreviato. Il 58 enne è difeso dall’avvocato del foro di Pescara, Vincenzo Di Girolamo, che ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, ritenendo ingiusta l’accusa nei confronti del suo assistito, che non avrebbe posto in essere nessuno di quei comportamenti contestati nel capo d’imputazione, secondo il legale. Le parti civili, rappresentate dagli avvocati Luca Tirabassi e Valeria Colantoni, si sono invece associate alla Procura chiedendo un congruo risarcimento del danno. Ma veniamo ai fatti. La storia si sarebbe consumata dal 2009 al 2015 dentro le mura domestiche di una famiglia per bene. La vittima è una giovane ragazza, che all’epoca dei fatti non aveva compiuto nemmeno dieci anni. Lui, l’imputato, è l’ex compagno della madre che avrebbe approfittato della fanciulla quando la stessa veniva affidata alla sua custodia. Stando al quadro accusatorio l’uomo avrebbe compiuto atti sessuali con la minorenne prima del compimento del decimo anno di età e sino al raggiungimento del sedicesimo anno, approfittando delle occasioni in cui l’allora ragazzina veniva affidata alla sua custodia. Tutti fatti presumibilmente avvenuti dal 2008 al 2015. C’è dell’altro. Stando sempre all’accusa, l’uomo avrebbe mostrato alla minore materiale pornografico e oggetti per l’autoerotismo per indurla a compiere o a subire atti sessuali. Anche questi fatti sarebbero avvenuti in più riprese, dal 2009 al 2013. Finita la storia tra l’uomo e la madre della vittima, la ragazza non avrebbe retto al peso e ha raccontato tutto ai suoi familiari. Da lì l’inchiesta sfociata in sede di udienza preliminare con il rito abbreviato scelto dall’imputato condizionato al suo esame. Il prossimo 30 ottobre arriverà la sentenza.

Andrea D’Aurelio

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