Nel territorio attiguo al Parco Nazionale d’Abruzzo, il fenomeno degli avvelenamenti di animali continua a mietere vittime innocenti. L’ultimo caso, risalente al 4 gennaio 2025, ha visto tre animali avvelenati, un atto di violenza che, secondo la LAV (Lega Anti Vivisezione), è ormai un episodio troppo ricorrente nella regione. La responsabilità di questi atti crudeli, come sottolineato dalla referente LAV Pescara, Rita Capranica, è spesso attribuita a motivazioni di puro interesse economico, legate principalmente a cacciatori, tartufai e allevatori che, in modo consapevole, utilizzano bocconi avvelenati per eliminare animali ritenuti fastidiosi o concorrenti. Rita Capranica ha messo in luce come questa pratica barbarica, purtroppo, sia ancora diffusa: il fine di questi gesti è spesso legato a motivi di competitività nel contesto della caccia o della raccolta dei tartufi, ma anche alla difesa di proprietà agricole o di allevamenti. “Si tratta di scelte ben ponderate da parte di soggetti senza scrupoli”, ha dichiarato accusando direttamente alcune categorie professionali che, in nome del profitto, non esitano a infliggere atroci sofferenze agli animali. Il fenomeno degli avvelenamenti, che colpisce sia animali randagi che domestici, è una piaga inarrestabile che rappresenta una grave minaccia non solo per i cani e i gatti, ma anche per la fauna selvatica del Parco Nazionale d’Abruzzo. Le esche avvelenate, solitamente impregnate di pesticidi, stricnina o altre sostanze altamente tossiche, vengono disseminate intenzionalmente con l’obiettivo di eliminare animali indesiderati. Le sofferenze che questi esseri viventi devono affrontare sono terribili: vomito, diarrea emorragica, convulsioni, difficoltà respiratorie, e paralisi, fino a una morte lenta e straziante. Nonostante gli sforzi delle associazioni di tutela degli animali e le campagne di sensibilizzazione, la barbarie continua a ripetersi. Le esche avvelenate, oltre a minacciare gli animali domestici e randagi, costituiscono un pericolo anche per l’ambiente circostante, con il rischio di contaminare l’habitat naturale.
Oltre a Rita Capranica, la trasmissione Kimera, condotta da Raffaele Bisegna, vedrà la partecipazione della dott.ssa Giulia Rosa, referente operativo del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria – IZS Lazio Toscana, e della giornalista e autrice Veronica Ruggiero, che discuteranno più approfonditamente di questo grave problema e delle possibili soluzioni.
L’appuntamento con Kimera è per martedì 4 febbraio alle 20:00, visibile sul canale 10 del digitale terrestre e in streaming sul sito ufficiale di Rete8. Una finestra aperta sul drammatico fenomeno degli avvelenamenti, per sensibilizzare ancora una volta l’opinione pubblica sulla necessità di fermare questa barbarie.