SULMONA – Due “colpi†messi a segno e cinque tentativi andati a vuoto. E’ questo il bilancio del banda del pacco che è tornata in azione in Valle Peligna, destando preoccupazione per le persone anziane e in difficoltà . Nelle scorse settimane i malviventi hanno raggirato due anziani sulmonesi, con la solita tecnica del pacco da ritirare, riuscendo a spillare circa 500 euro ciascuno. Nell’ultima settimana altri cinque tentativi di truffa sono stati perpetrati tra Sulmona e Introdacqua. Per questo i Carabinieri della locale compagnia, coordinata dal capitano Maurizio Dino Guida, hanno messo in campo una campagna di prevenzione a tappeto, distribuendo circa cinquemila volantini nei luoghi sensibili del territorio frequentati per lo più da anziani, ovvero le parrocchie della città di Sulmona, la Caritas Diocesana, il centro vaccinale dell’Incoronata e il drive-in. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione a diffidare dai finti nipoti che chiedono soldi per telefono con il solo scopo di raggirare le ignare vittime. L’allarme è scattato nell’arco delle ultime tre settimane dopo due anni di relativa tranquillità , visto che gli ultimi casi segnalati alle forze dell’ordine risalgono al biennio 2018-2019, quando in città scattarono anche due arresti, uno da parte della Polizia con tanto di inseguimento in centro storico e l’altro ad opera degli stessi Carabinieri. Il copione della banda del pacco è sempre lo stesso.  In queste truffe c’è un finto corriere che telefona ai malcapitati – spesso persone anziane e sole in casa – dicendo che il nipote, chiamandolo col loro vero nome di battesimo, ha effettuato degli acquisti online e che il pacco arriverà a casa con una spesa di diverse centinaia di euro. Si tratta di cifre parecchio alte, dai 500 agli 800 euro. Qualora non venisse pagato, i truffatori avvertono che ci sarà una ulteriore penale da pagare per i destinatari del pacco: a quel punto gli anziani si offrono di pagare e la truffa è servita. Il consiglio è sempre lo stesso: diffidare delle telefonate di chi non si conosce e chiede soldi e chiamare tempestivamente le forze dell’ordine, ma dal telefono cellulare perché l’utenza fissa viene bloccata dai malviventi. La massiccia campagna di prevenzione dei militari punta proprio a dirottare altrove i malviventi e tutelare il territorio da nuove e inumane truffe.
Andrea D’Aurelio