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SULMONA – Non è caduto nella trappola costruita ad arte dai malviventi ma ha riagganciato il telefono fisso e si è recato personalmente alla caserma dei Carabinieri di via Sallustio. Protagonista della vicenda è un 90 enne di Sulmona, che forte della sua mente ancora giovane e arzilla nonostante l’età, ha riconosciuto che dall’altra parte della cornetta poteva esserci uno dei componenti della banda del pacco, il gruppo di malviventi che continua ad agire in città. Solo qualche giorno fa sono stati truffati quattro anziani in quattro zone distinte del capoluogo peligno. Il bottino ammonterebbe intorno ai quattromila euro. Ma lui, che è sempre molto attento a queste cose, ha pensato bene di non credere e cedere alle richieste dei malviventi e si è recato alla caserma dei Carabinieri per segnalare l’ennesimo caso questa volta che si è chiuso con un lieto fine. Nel corso della telefonata all’anziano è stato detto che un suo nipote avrebbe mandato un pacco urgente da ritirare a casa e da pagare al momento della consegna a domicilio. Ma la cifra, tutt’altro che modica, ha fatto insospettire il 90 enne che ha tagliato corto per telefono e poi ha esposto tutto ai Carabinieri che hanno preso in carico la segnalazione. “Quando si tratta di somme che si aggirano intorno ai 3 mila euro è evidente che non può trattarsi di un pacco da ritirare ma c’è di mezzo una truffa”- racconta l’anziano- “visti i precedenti sono andato di persona a Carabinieri anche perché i miei nipoti non manderebbero mai un pacco a casa di quel valore”. La maggior parte delle volte i malviventi inventano urgenze più svariate. Da incidenti dell’ultimo minuto a viaggi e spostamenti vari e si fanno dire dalla vittima anche il nome della persona prescelta, quasi sempre un nipote. Poi bloccano l’utenza fissa e se chi è in casa non ha o non sa usare un telefono cellulare è facile cadere nel tranello. “Non bisogna dar retta a queste consegne che prevedono cifre abnormi”- raccomanda l’anziano. Le forze dell’ordine invece invitano a contattare i numeri di emergenza 112 o 113 da un telefono cellulare laddove è possibile. La raccomandazione è sempre quella di diffidare da consegne a domicilio di questo tipo e di non aprire a nessuno. Per i più coraggiosi si chiede di stare al gioco. Di accettare cioè l’appuntamento e contemporaneamente avvisare le forze dell’ordine sempre con il telefono cellulare perché quello fisso è bloccato. Solo in quel caso si può procedere con un arresto in flagranza di reato. E’ un continuo di segnalazioni al centralino del 112 e 113. E pensare che Sulmona è la meno colpita in Italia.

Andrea D’Aurelio

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