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SULMONA – “Passare per un boia e addirittura come colui che ha voluto fortemente l’eliminazione del bar proprio non ci sto”. Si sfoga sui social il Presidente pro tempore del Centro Sociale Anziani Giacomo Spinosa all’indomani della protesta che ha visto protagonisti in Comune una ventina di soci che hanno deciso di alzare il tipo dopo la chiusura del bar disposta da Palazzo San Francesco. Gli animi si scaldano e Spinosa esce allo scoperto, ripercorrendo le tappe che hanno segnato l’intera vicenda. “Voglio chiaramente precisare che all’atto delle consegne al palazzo pretorio di corso Ovidio (vecchia sede), pur con un bar operativo non vi era nessuna concessione a qualsivoglia titolo per il piano terra dove fra le altro non esistevano affatto le condizioni igienico-sanitarie per esercitare una somministrazione di bevande e alimenti”- fa notare Spinosa- “appena traslocati nella sede di via Morrone è iniziato il mio calvario per mettere a norma il tutto fino al raggiungimento della registrazione sanitaria con il netto diniego del demanio, il tutto per dare un servizio ai soli soci. Ora mi si accusa di tutto e di più anche da personaggi che non conoscono nè regole e nè regolamenti con la nefasta conclusione che per aiutare anche i gestori mi son beccato una sonora ammenda di euro 5.000. Non credo di essere autolesionista che per far male a qualcuno faccia il male a me stesso”- rincara Spinosa che ritiene di essere “sotto attacco da un piccolissimo stuolo di soci, (non più di una ventina)a fronte di 367 iscritti, ad insulse accuse già da prima delle elezioni del 13 novembre 2017 per il rinnovo del Comitato di Gestione”. Una vicenda che continua a tenere banco fra proteste e querelle anche sui social. Si vede che anche i pensionati si sono adeguati all’era 2.0.

Andrea D’Aurelio

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