banner
banner

SULMONA – Primo maggio festa dei lavoratori ma quest’anno è anche una data da segnare sul calendario per l’ulteriore allentamento delle misure anti contagio. Da oggi la mascherina sarà ancora necessaria sui mezzi pubblici e in altri luoghi al chiuso, ma non più per entrare in bar, ristoranti e negozi. Il certificato verde non smette di esistere, ma non sarà più richiesto a nessuno in Italia tranne che in poche situazioni specifiche (ospedali e Rsa). Ma attenzione: per viaggiare all’estero e per entrare in Italia serve sempre. Trascorso un mese dalla cessazione formale dello stato di emergenza per Covid, la curva dei contagi non ha dato segnali incoraggianti. Anzi. Nel Centro Abruzzo i numeri si sono addirittura alzati, per via dell’onda lunga delle feste. Da qui la domanda: se l’emergenza finisce sulla carta e i contagi risalgono, ha senso allentare le misure? “Mascherine e green pass hanno dato una grossa mano e hanno reso più tranquilla la vita sociale”- interviene il primario di malattie infettive dell’ospedale dell’Aquila, Alessandro Grimaldi, secondo il quale “le mascherine rimangono uno strumento indispensabile nonché una barriera importante all’interno dei locali per evitare il contagio”. Grimaldi insiste sull’importanza degli antivirali e dei monoclonali e chiarisce che i degenti sono per lo più pazienti fragili. Se è vero che l’infezione non fa più paura come lo scorso anno di questi tempi, la guardia va tenuta alta soprattutto alla luce dei long Covid. “In alcuni casi il virus produce alla lunga dei danni al cervello. Per questo bisogna sempre agire per non prendere l’infezione”- continua l’infettivologo. Un primo maggio che torna rosso sul calendario, nel vero senso della parola, permettendo uscite fuori porta o scampagnate. Sul territorio si rinnova il rito dei Serpari a Cocullo mentre a Pratola la Madonna della Libera torna a percorrere strade e quartieri. Ma è un primo maggio di riflessione, come di consueto. Per chi il lavoro lo ha perso e chi non lo ha ancora trovato. Per chi resta in attesa di stabilizzazione. E per i “dimenticati”, ovvero gli operatori sanitari, che nei due anni di Covid sono stati definiti eroi ed ora sembra quasi che la loro opera quotidiana sia tornata pressocchè scontata. Ecco perché questa festa vogliamo dedicarla a loro e a chi, come noi, sul fronte c’è sempre, in un modo o in un altro. Buon primo maggio.

Lascia un commento