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BERLINO- A Berlino è il giorno della commemorazione delle vittime dell’attentato di Anis Amri, che nel 2016 investì con un camion rubato la folla del mercatino di Natale della Chiesa della Memoria, uccidendo 12 persone e ferendone 56. Ci fu anche una vittima italiana, la sulmonese Fabrizia di Lorenzo, la ragazza dal sorriso contagioso e cittadina d’Europa che in questi due anni è diventata l’amica, la sorella, la figlia di tutti. Sul posto è stato osservato un minuto di silenzio. Ancora oggi, nel cuore del celebre mercatino cui si accede dalla Ku’damm, candele accese, fiori e biglietti ricordano la strage. Gli stand di Natale sono blindati, da cordoni di cemento e barriere, per scongiurare nuovi rischi. Proprio qualche giorno fa al Teatro Comunale di Sulmona è stato ricordato il profilo di Fabrizia con musica e arte per reinventare la sua assenza. A due anni di distanza dalla tragedia di Berlino il terrore è tornato a irrompere nella quotidianità, questa volta a Strasburgo, dove è morto il giornalista Antonio Megalizzi. Un’altra giovane vita spezzata. «Chi più di una mamma ferita come me può capire il dolore che sta vivendo in questo momento la famiglia di Antonio. Quando succede l’irreparabile non è facile andare avanti. Dico che bisogna trasformare questo dolore in qualcosa di bello che rimanga nel tempo»- aveva detto Giovanna Frattaroli madre di Fabrizia di Lorenzo, nel suo messaggio per la famiglia del giornalista. Le vittime aumentano ma il ricordo e le iniziative per spegnere il dolore con la cultura e l’arte non vengono meno. E’ proprio questa l’unica speranza.

Andrea D’Aurelio

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