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SULMONA – Resta agli arresti ma passa dal carcere ai domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Il Tribunale del Riesame dell’Aquila alleggerisce la misura cautelare a S.D.L., il sulmonese arrestato nel mese scorso per tentato omicidio con l’aggravante razziale, per il blitz all’ex centro accoglienza per richiedenti asilo. Il giudice ha ritenuto troppo afflittiva la misura cautelare in carcere, disposta dal Gip del Tribunale di Sulmona Marco Billi su richiesta del Pm Stefano Iafolla e confermata dal collega Daniele Sodani, disponendo gli arresti domiciliari con il dispositivo che persone imputate agli arresti domiciliari o in libertà vigilata devono indossare, il braccialetto elettronico. Una misura studiata contro un’eventuale evasione. Si tratta del secondo caso di applicazione del dispositivo in città. Resta in carcere invece N.S., come disposto dal giudice Sodani. Per lui non è stato depositato il ricorso al Riesame. Il prossimo 6 settembre intanto, alle ore 11, è stato fissato l’incidente probatorio richiesto dall’avvocato Alberto Paolini, accolto dal Tribunale di Sulmona, con l’incarico già affidato al medico legale Ildo Polidoro. Paolini e Simona Fusco, il legale che difende N.S., chiedono che venga accertato se il colpo inferto al giovane gambiano, rimasto ferito dopo l’aggressione, poteva uccidere o meno. “L’accusa per tentato omicidio resta troppo pesante. Sono soddisfatto per la decisione del Riesame ora attendiamo l’incidente probatorio”- ha dichiarato l’avvocato Paolini. Le indagini sono state coordinate dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona, guidata dall’ispettore superiore Daniele L’Erario.

Andrea D’Aurelio

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