SULMONA – Si dovrà attendere il prossimo 6 luglio per conoscere la sentenza del giudice monocratico del Tribunale di Sulmona sul caso della zuffa tra rivali in amore che ieri ha tenuto banco nell’aula uno del Palazzo di Giustizia. Dopo la discussione e l’arringa degli avvocati, toccava al giudice pronunciare la sentenza di condanna o assoluzione, ma alla fine dopo il ritiro in camera di consiglio, è stata disposta la citazione del medico dell’ospedale che certificò le lesioni. Un ulteriore tentativo che il giudice ha inteso fare e che potrebbe risultare utile per la decisione finale. La vicenda riguarda due sulmonesi, uno ex convivente e l’altro attuale compagno di una donna straniera. Il primo è persona offesa mentre G.L., 43 anni, è imputato, assistito in giudizio dall’avvocato Alessandro Tucci. Stando all’accusa l’uomo avrebbe colpito con calci e pugni al fianco sinistro, al volto e alla nuca, l’ex della sua convivente, e gli avrebbe cagionato volontariamente lesioni personali giudicate guaribili in un tempo superiore ai venti giorni, dal momento che dall’aggressione sarebbe derivata una malattia consistita in trauma contusivo con ecchimosi al volto e trauma contusivo con ecchimosi e frattura dell’arco anteriore settima costa. L’intervento della magistratura è scattato d’ufficio. Era il 7 marzo 2017 quando la vittima, ex convivente della donna che aveva intrapreso una relazione con l’imputato, si era recato a casa di quest’ultimo nonostante la decisione della sua ex che prima gli aveva comunicato di farlo incontrare con i loro due figli e poi ha fatto un passo indietro. Da qui la reazione del sulmonese che si è recato a casa del suo rivale in amore, dove c’era anche la sua ex, per chiedere spiegazioni. Alla fine è nata una zuffa nonché una furibonda colluttazione, nel corso della quale sarebbe spuntato anche un coltello. A finire sotto inchiesta è stato il 43 enne per lesioni personali, certificate una decina di giorni dopo da quella lite. Si spiega quindi il “fuori programma” del rinvio della sentenza. Accade raramente che il giudice, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, fa slittare la lettura della sentenza. In questo caso si vuole fugare ancora qualche dubbio. L’udienza del prossimo 6 luglio, nel corso della quale sarà sentito il medico, sarà il giorno decisivo.
Andrea D’Aurelio
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