SULMONA – “Mi trovo fuori di casa senza un motivo”. Si è difeso davanti al giudice per le indagini preliminari, Marco Billi, l’uomo di mezza età residente in un piccolo centro dell’Alto Sangro che la scorsa settimana è stato allontanato dalla casa familiare per aver maltrattato e aggredito verbalmente e fisicamente la compagna, anche con un calcio in bocca. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, svoltosi nei giorni scorsi in Tribunale, l’uomo ha risposto alle domande del giudice respingendo tutte le accuse e spiegando di non aver mai aggredito la donna, facendo notare che la stessa in passato si era sottoposta ad alcune cure. “Quando sono arrivati i carabinieri ho raccontato cosa era accaduto realmente. Non ho mai minacciato né picchiato la mia compagna anche se la convivenza ultimamente non era delle più facili. Vorrei trovare un modo per separarmi ma ho paura sia per lei e soprattutto per la bambina che è molto affezionata a me ed alla mia famiglia perché la madre non ha un reddito su cui contare”- ha raccontato l’uomo al giudice sostenendo che la compagna non starebbe seguendo la terapia affidatale. Il suo avvocato ha chiesto la revoca della misura cautelare ma il Pm da espresso il parere negativo. Per cui appare scontata la conferma della stessa, per la quale però è stata già presentata istanza al Tribunale del Riesame. Una storia dai contorni drammatici. L’uomo è accusato di aver approfittato «della sua condizione di solidità economica per costringere la compagna a subire reiterate aggressioni non solo verbali ma anche fisiche. In diverse occasioni infatti avrebbe colpito al volto la persona offesa che nell’ultima occasione è stata vittima di un calcio in bocca». Il tutto davanti alla figlia minore di lei. Ma diversi aspetti sono da chiarire.