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Al punto 6 delle conclusioni della Commissione di Inchiesta regionale su Bussi si cita espressamente il ritardo con cui la giustizia civile sta affrontando il problema dei risarcimenti: “Tra i numerosi contenziosi, quelli presi in considerazione sono stati quelli più attinenti ai siti studiati. Tra questi quello del Consiglio di Stato che ha riconosciuto definitivamente Edison come soggetto inquinatore delle aree esterne allo stabilimento e quello in corso avverso la revoca in autotutela dell’aggiudicazione del progetto Goio alla RTI Dec Deme ma tra questi è fondamentale attenzionare quello per il risarcimento civile che da oltre un anno attende lo scioglimento dell’ordinanza da parte del Tribunale. E’ un processo, forse il più importante, che vede ancora il patrocinio dell’Avv. Cristina Gerardis che ha seguito anche la causa penale, perché precede la richiesta di risarcimento danni del MATTM competente per i danni ambientali e della Regione Abruzzo per i danni d’immagine ma nel caso di rigetto dell’eccezione di prescrizione sollevata da Edison, aprirebbe alla possibilità di aderire o intentare un separato processo da parte dei Comuni ed enti che si sono costituiti parte civile nel processo penale”. “Questa situazione – si legge nella relazione – deve far riflettere sul tempo che sarà ancora necessario per avere la bonifica di tutte quelle aree e sugli organici a disposizione di Polizia provinciale di Pescara. Il forte ritardo nella caratterizzazione delle aree, nell’individuazione del soggetto inquinatore e nelle misure di prevenzione o messa in sicurezza, espone l’ambiente ancora all’inquinamento, ritarda una fotografia adeguata del complesso del sito d’interessa nazionale e preclude una quantificazione della somma necessaria per la bonifica dell’intero Sin”. Nella relazione si affronta anche la mancata bonifica, “ordinata” alla Edison dalle risultanze dei lungi processi, e si sottolinea che nessuna certezza, scritta nera su bianco, che siano ancora a disposizione della Regione Abruzzo i 50 milioni stanziati nel 2011 su iniziativa dell’allora sottosegretario all’Economia con delega al Cipe e alla ricostruzione post terremoto dell’Aquila, l’abruzzese Giovanni Legnini, del Pd, diventato poi vice presidente del Csm e consigliere regionale abruzzese e come tale primo presidente della commissione di inchiesta su Bussi. Ora Legnini è commissario per la ricostruzione del sisma del centro Italia, carica che ha assunto dopo essersi dimesso dal Consiglio regionale. I fondi con i quali l’allora commissario, il compianto Adriano Goio, aveva bandito una gara e affidato il complesso e importante compito, erano stato revocati lo scorso anno dall’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa, del M5S, somma ripristinata poi dal Tar.

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