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Il WWF Abruzzo assieme a 19 associazioni ambientaliste hanno inviato una nota al Consiglio regionale abruzzese, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e all’ISPRA con puntuali osservazioni alla Relazione tecnica redatta dalla società D.R.E.Am., allegata alla delibera regionale dell’8 agosto che ha approvato l’uccisione di 469 cervi.    

Nella nota delle associazioni si evidenziano le incongruenze e le lacune ammesse dalla Relazione stessa che non fornisce elementi certi né in ordine al numero di cervi, né sul collegamento tra presenza di cervi e danni alle colture o incidenti stradali, né tanto meno sull’efficacia degli abbattimenti per ridurre eventuali danni a cose o persone.  

Per la dinamica della popolazione del Cervo sono state utilizzate osservazioni a partire dal 2018, ma nella stessa Relazione si riconosce un andamento variabile, probabilmente legato alla mancanza di uniformità della raccolta e archiviazione dei dati. La Relazione ammette che anche i dati degli ultimi tre anni rappresentano solo “probabilmente” la reale situazione.  

I dati forniti dalla Regione Abruzzo per la determinazione del danno alle colture da parte dei cervi, da quanto riportato più volte nella stessa Relazione, risultano incompleti e inattendibili sotto vari punti di vista. Manca una raccolta di dati omogenei: la mancanza di una copertura complessiva del territorio puòaver “parzialmente inficiato il dato complessivo sul cervo in particolare per alcune classi di sesso e di età”. 

Non si stima in nessun modo in che misura l’intervento venatorio possa portare alla riduzione dei danni: se l’obiettivo delle uccisioni è quello di ridurre i danni alle coltivazioni, appare evidente la necessità di ulteriori studi, puntuali e specifici rispetto alle situazioni a maggior rischio, con la messa in campo di azioni preventive rispetto ai danni. I sistemi preventivi sono noti e utilizzati da tempo in altri contesti: recinzioni idonee e dissuasori di diverso genere (olfattivi, acustici, visivi), da sperimentare nelle aree dove si manifestano più danni alle colture. 

Gli incidenti stradali solo in parte possono essere messi in relazione alla densità degli animali sul territorio, mentre una grossa influenza è determinata dalla tipologia della strada, dalla velocità media dei veicoli ed in particolare dagli ambienti attraversatiRispetto alla tematica degli incidenti stradali, esiste una copiosa bibliografia che attiene alla Road ecology, e dalla quale si possono trarre molteplici elementi per la messa in sicurezza di strade e altre infrastrutture.  

Infine, non è sfuggito il fatto che il file che contiene la proposta di gestione al Cervo si chiami “Comune di Pistoia”. Un errore di distrazione che certo non cambia i contenuti del documento… ma la nostra Regione non meriterebbe un po’ di attenzione in più?  
In conclusione, le associazioni tornano a chiedere alla Regione Abruzzo di sospendere la Delibera di Giunta regionale n. 509 dell’8 agosto 2024 che prevede l’uccisione di 469 cervi in Abruzzo, aprendo un tavolo di confronto. Se l’obiettivo è trovare soluzioni che vogliano realmente limitare i danni all’agricoltura e il rischio da impatto con autoveicoli, le alternative vanno studiate e applicate scientificamente. Altrimenti, si sta semplicemente trovando una “scusa” a una scelta già fatta: il solito regalo ai cacciatori!

Esistono professionalità e competenze, anche in ambito regionale, che possono essere coinvolte per i necessari approfondimenti sulle tematiche qui affrontate.   
È ora di trattare temi complessi e delicati, come la coesistenza tra fauna selvatica e attività umane, con l’attenzione e la trasparenza necessarie. La natura abruzzese lo merita.

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