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SULMONA – E’ risultata negativa al virus una donna di Sulmona, dipendente sanitario, che ha deciso di raccontare la sua esperienza dopo essersi sottoposta al tampone che ha escluso il contagio da Coronavirus. Nonostante avesse seguito alla lettera tutti i protocolli e adottato le misure del caso, si è sentita umiliata nel suo ambiente di lavoro. Una lettera che apre una riflessione sullo spaccato della quotidianità al tempo del Covid-19. Il timore infatti è quello di sentirsi isolati e additati solo per il fatto di sottoporsi al tampone. “Premesso che penso di essermi comportata in maniera esemplare mettendomi in isolamento preventivo (visti i sintomi influenzali) da più di 2 settimane, voglio comunicarvi che ho trascorso questi 2 giorni di inferno. Non solo per la preoccupazione lecita dell’esito del tampone ma anche e soprattutto per il trattamento ricevuto dai miei colleghi”- racconta la donna- “premesso che alle ore 12 ti ho fatto una telefonata per comunicarti di avere effettuato il tampone, chiamata alla quale tu non hai risposto, sono rimasta addolorata dalla tua telefonata delle ore 17 dove mi hai chiesto se avessi seguito il protocollo chiamando il 1500 facendomi in realtà sentire come se ti avessi nascosto qualcosa quando in realtà io ho contattato il mio medico di base il quale ha seguito personalmente il protocollo.  Ora, la cosa gravissima, è che la collega ha allertato chiamando personalmente tutti i miei colleghi violando la privacy, diffondendo la notizia dell’avvenuto tampone( cosa gravissima) seminando il panico tra tutti i colleghi ( cosa ancor più grave). Mezza Valle Peligna grazie a questa persona veniva messa al corrente di un mio evento strettamente personale. Mi sono sentita offesa, umiliata, infamata e diffamata. Trattata come una lebbrosa nonostante sia in atto una pandemia a livello mondiale. Cosa ancor più grave mia figlia, viste le varie telefonate da me ricevute che mi hanno addolorato, ha avuto crisi prolungate e ripetute e tutt’ora non sta bene. Alla luce di quanto sopra mi chiedo quale possa essere l atteggiamento dell azienda per tutelarmi”- ha scritto la donna chiedendo provvedimento disciplinari. Non è opportuno entrate nel merito di una vicenda relegata a un particolare ambiente lavorativo, ma le esternazioni della sulmonese devono farci riflettere anche sull’approccio, le relazioni sociali e la gestione della comunicazione al tempo del Covid-19.

Andrea D’Aurelio

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