
La Regione Abruzzo ha dato parere negativo a diversi cittadini proprietari di terreni agricoli che avevano chiesto di vietare l’accesso dei cacciatori nelle loro proprieta’ per ragioni connesse ai rischi per la propria incolumita’, all’inquinamento da piombo e a questioni etiche. Dichiara Massimo Pellegrini, presidente della SOA: “La Stazione Ornitologica Abruzzese ha patrocinato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale di uno dei proprietari che si e’ visto negare il sacrosanto diritto di decidere su quali attivita’ possano svolgersi sui propri terreni. Un cacciatore oggi puo’ fare cio’ che e’ vietato, ad esempio, a un ricercatore o un fotografo naturalistico. Una situazione veramente intollerabile”. Dichiara l’Avv. Herbert Simone: “Il ricorso mira intanto a dimostrare gli errori procedurali in cui sono incorsi i funzionari della regione, nonostante le precise e tempestive motivazioni e interpretazioni giurisprudenziali fornite dal cittadino che aveva fatto richiesta. Poi si evidenzia l’illogicita’ e il difetto di istruttoria rispetto alle numerose motivazioni alla base della domanda del cittadino di vietare la caccia nella proprieta’, a partire dai rischi oggettivi per la propria incolumita’ e di quella dei propri cari, considerato che l’attivita’ venatoria provoca decine di vittime ogni anno, anche tra non cacciatori”.