SULMONA – Cade in una buca e chiede al Comune il risarcimento del danno ma l’ente ignora la richiesta e non si costituisce in giudizio. Accade anche questo a Palazzo San Francesco dove la burocrazia lenta e confusa, spesso, regna sovrana. L’altro giorno la commissione bilancio è stata costretta a riconoscere a un debito di circa 17, 5 mila euro, per risarcire un 72 enne di Sulmona, che il 4 novembre 2015 cadde in una buca di via Pola. Sono passati quasi cinque anni da quell’incidente e il cittadino attende ancora il risarcimento da parte dell’ente. Una lunga battaglia e odissea che nemmeno la sentenza del Tribunale, arrivata il 24 luglio dello scorso anno, riuscì a risolvere. Ma andiamo con ordine. L’episodio risale a quel novembre di cinque anni fa quando l’uomo cadde nella strada dissestata di via Pola. In seguito l’incidente fu trasportato al pronto soccorso dell’ospedale cittadino dove gli veniva diagnosticato un trauma cranico, giudicato guaribile in trenta giorni di prognosi. Dopo la rimozione del collare cervicale, il sulmonese fu sottoposto anche a un intervento maxillo-facciale presso il nosocomio San Salvatore dell’Aquila. Da qui l’azione legale intentata contro il Comune per ottenere il risarcimento dell’ingente ed evidente danno. Da Palazzo San Francesco però non arrivò alcun atto per la costituzione in giudizio tant’è che il giudice del Tribunale di Sulmona Anna Maria De Sanctis dichiarò la contumacia e lo scorso luglio ha condannato il Comune al pagamento della somma di oltre 10 mila euro a titolo di risarcimento, senza contare gli oneri, le spese e gli interessi legali. Per il Tribunale la caduta era dovuta proprio alla scarsa manutenzione del marciapiede e della pavimentazione dissestata. La mancata costituzione in giudizio del Comune non fece attivare la polizza assicurativa. Ma non finisce qui. Dopo undici mesi dal provvedimento del giudice il Comune non liquida la somma ed ecco che arriva il precetto. La somma da corrispondere è così maggiorata del 75 per cento, arrivando a toccare la soglia dei 17,5 mila euro, somma a carico della collettività per la distrazione dei burocrati di Palazzo. La commissione ha quindi riconosciuto il debito fuori bilancio che, nella prossima seduta utile, approderà in Consiglio. Incredibile ma vero.
Andrea D’Aurelio
Riproduzione riservata