
SULMONA. “Per una gastroscopia? Ripassi nel 2027”. È quanto si è sentita dire l’altro giorno una donna di mezza età che si è recata al Cup di viale Mazzini per prenotare la prestazione sanitaria. La prima data utile è disponibile tra due anni nel presidio ospedaliero peligno con i calendari sono già bloccati. “Siamo alle solite”- ha protestano la donna, bussando alle porte del Tribunale per i diritti del Malato. “È chiaro che sarò costretto a rivolgermi ai privati. Ma dobbiamo pensare anche a coloro che non hanno questa possibilità, condannati alle lunghe attese e a macinare chilometri”. Un problema atavico quello delle liste d’attesa che non solo non è stato risolto ma nemmeno adeguatamente affrontato